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Caporetto italiana, il ministero insiste (Il Piccolo 05feb13)

Il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca continua a meritarsi una sonora bocciatura in geografia e storia. Già, perché per il MIUR i confini della provincia di Gorizia rimangono quelli ante seconda Guerra mondiale. Quelli, insomma, delineati nel Ventennio fascista. Chi sperava che si ponesse rimedio all’errore comparso con l’avvio del servizio “Scuola in chiaro”, messo a disposizione a inizio 2012 sul sito del ministero, come «primo passo verso un’amministrazione più moderna e trasparente», stando al ministro Francesco Profumo, si è dovuto arrendere. Anche il portale del MIUR dedicato alle iscrizioni, obbligatoriamente on line da quest’anno, alle prime classi di ciascun ciclo della scuola dell’obbligo “sconfina” in quella che da decenni è altro dall’Italia, prima Jugoslavia e poi Slovenia. Se ne sono accorti i genitori che in questi giorni, atteso che passasse l’ingorgo informatico che aveva reso impraticabile il portale, hanno iscritto i propri figli, nati o residenti nell’Isontino, alla prima classe delle scuole primarie, della scuole medie o delle superiori.

Basta fermarsi alla prima schermata, quella relativa ai dati anagrafici dello studente: scelta come provincia di nascita Gorizia si passa al Comune di residenza. A quel punto si apre una lista di località che inizia con Aiba e si conclude con Voschia. In mezzo ci sono Caporetto e Canale, Idria e Salcano, Opacchiasella e Merna. Ma non Nova Gorica, del resto inesistente nel Regno d’Italia, a differenza delle altre località incluse nell’elenco e tutte rigorosamente da decenni oltre confine, o, come nel caso invece di Lucinico, assorbite da altri Comuni nel corso del Novecento. A cercarli si trovano poi anche i 25 Comuni “italiani”, gli unici validi ai fini dell’iscrizione. Il tempo perso, alla resa dei conti, non è poi molto, a differenza della sorpresa e dell’incredulità.

«In effetti abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte di utenti – spiegano all’Ufficio scolastico provinciale -. E già da diverso tempo e più volte abbiamo segnalato al ministero l’incongruenza di una banca dati del genere». Da parte del ministero pare però sia arrivata una risposta poco incoraggiante: modificare la banca dati sarebbe troppo complicato. Almeno per Roma, che provvederà, ma con i suoi ritmi. Una ragione, comunque, sembra esserci alla base di una banca dati talmente anacronistica da essere più che grottesca.

«La banca dati è collegata a tutto il personale nato nel territorio già italiano e ora sloveno», spiegano ancora all’Ufficio scolastico provinciale. Peccato che, fatti un due calcoli, di dipendenti del settore nati nell’allora Regno d’Italia e ancora in servizio non ce ne dovrebbero essere proprio più. È vero, ma ci sono ancora delle procedure aperte in ambito pensionistico», aggiungono all’Ufficio scolastico provinciale. Con buona pace di chi cercava Gorizia e si è imbattuto invece in Goriano prima e in Gozza poi.

Laura Blasich
“Il Piccolo” 5 febbraio 2013

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