Gorizia. «A otto anni dalla prima Giornata del ricordo, constatiamo che nel resto d’Italia ancora non si sa nulla delle tragedie delle foibe e dell’esodo. Del resto anche il presidente Napolitano ha parlato di “congiura del silenzio”». Amara constatazione quella espressa ieri dal presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Gorizia e della Lega nazionale, Rodolfo Ziberna, durante la manifestazione nella Sala Della Torre della Fondazione Cassa di risparmio organizzata dai due sodalizi e dal Comune (con la Prefettura) per celebrare il Giorno del ricordo.
Ma proprio partendo da questa consapevolezza, in una sala stracolma, Ziberna e tutti i rappresentanti istituzionali intervenuti, dal sindaco Ettore Romoli al prefetto Maria Augusta Marrosu, hanno ribadito l’impegno a tenere vivo il ricordo e la conoscenza di queste pagine di storia cancellata, specialmente a beneficio delle nuove generazioni. «Ci sono voluti oltre 60 anni, di colpevole silenzio, perché lo Stato riconoscesse queste tragedie – ha ricordato Ziberna – e ancora assistiamo a prese di posizione negazioniste, tese a ridurre le foibe e l’esodo a mere conseguenze del fascismo. Forse gli esuli hanno pagato anche il fatto di essersi comportati sempre con troppa dignità, senza mai reagire con violenza, accettando di lasciare la propria terra natia violentata da una furia omicida. In tanti hanno preferito emigrare all’estero, distinguendosi sempre per le proprie qualità e diventando simbolo di operosità italica. Oggi dobbiamo guardare al passato per vivere meglio il futuro, ma non possiamo tacere il fatto che tuttora i pochi connazionali rimasti in Istria e Dalmazia subiscono ripercussioni per la propria italianità».
«Mi onoro di aver seduto in Parlamento quando venne approvata la legge che ha istituito la Giornata del Ricordo – ha sottolineato Romoli -. Per troppi anni la memoria di esodo e foibe è stata ignorata per motivi diplomatici e politici. Ma il futuro si può costruire solo sulla verità».
L’assessore provinciale, Donatella Gironcoli, ha ribadito il diritto alle famiglie goriziane a veder fatta chiarezza sulle tragedie del passato ed ha evidenziato la collaborazione instaurata tra Anvgd e Provincia, che ha messo a disposizione la nuova sede in passaggio Alvarez. Quindi il prefetto Marrosu ha conferito i riconoscimenti ai discendenti delle vittime: Elio Dinelli, di Monfalcone, ha ricevuto cinque riconoscimenti in memoria del padre Olao, della madre Amalia Hegedich, della sorella Norina, dello zio Otello e della nonna Giovanna Mancini, tutti vittime dell’eccidio di Pola Vergarolla, del 18 agosto 1946. Sesto riconoscimento a Mariagrazia Querini in memoria del padre Carino Querini.
pi.ta.
messaggeroveneto.it 11 febbraio 2013