Adesso ci sono anche le date. Slovenia positiva (Ps) ha già depositato in Parlamento la sfiducia costruttiva al governo di centrodestra guidato da Janez Janša. Il documento è stato sottoscritto oltre che da Ps anche dalla Lista nazionale (Dl), dai socialdemocratici (Sd) e dai pensionati (Desus). Mercoledì prossimo il Parlamento esprimerà il voto sul documento che propone il presidente di Slovenia positiva, Alenka Bratušek a nuovo primo ministro.
Dunque il re è morto, via il re. E il nuovo premier in pectore si è subito messa al lavoro. «Sono una donna che sa quel che vuole – ha detto di sè qualche tempo fa – Sono decisa, molto diretta, non so mentire e fare promesse a vuoto. Ritengo che sia giusto che di politica inizino a occuparsi persone nuove». E lei è sicuramente un volto nuovo, formatasi nell’area liberal-democratica e con buona esperienza tecnica del funzionamento della macchina dello Stato. Ha immediatamente convocato i leader dei partiti della sua coalizione per iniziare la stesura del programma di governo. La prima cosa che si è affrettata a smentire è che tutto quanto sta accadendo nel Paese sia solo una mossa per “eliminare” Janša. Il suo esecutivo ha ricevuto, per ora, una sorta di fiducia a orologeria. Sarà sorretta per un anno. Dopo si presenterà in Parlamento per chiedere una nuova fiducia. Se la otterrà potrà pensare di concludere la legislatura, se no la Slovenia andrà al voto anticipato probabilmente lo stesso giorno in cui si terranno le elezioni per l’Europarlamento.
Venerdì si è ufficialmente dimesso dal governo il ministro degli Esteri, Karl Erjavec (Desus). «Le mie dimissioni – ha detto l’ex capo della diplomazia slovena – le ho mandate al premier in una lettera raccomandata. Con ricevuta di ritorno». Ieri hanno lasciato l’esecutivo Janša anche i due ministri popolari (Sls). Ministri che vanno e ministri che vengono, o meglio, che verranno con il nuovo governo di centrosinistra. Il toto-nomine è già scattato. Innanzitutto verrà ripristinata la carica di ministro della Cultura che sarà assegnato a un personaggio della società civile. La Bratušek vorrebbe che ai banchi del governo in qualità di ministri sedessero tutti i presidenti dei partiti che formano la coalizione, ma alcuni dicasteri potrebbero essere assegnati anche a “tecnici” al di fuori dai balletti dei partiti. Per il dicastero delle Finanze due sono, per ora, in nomi più gettonati: Mojmir Mrak e Dušan Mramor: al Lavoro, famiglia e affari sociali la più accreditata sembra essere Anja Kopac Mrak. Agli Esteri ritornerebbe Karl Erjavec mentre alla Sanità si parla di Tomaž Gantar. Per quanto riguarda il dicastero della Giustizia e degli affari pubblici i nomi sono due: Gregor Virant o Senko Plicanic. Virant che potrebbe diventare anche ministro degli Interni mentre all’Agricoltura si vocifera di Dejan Židan. Presidente del Parlamento sarà il socialdemocratico, Janko Veber.
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 23 febbraio 2013