Sul centenario della Grande guerra è già scoppiata la guerra interna. La Regione Friuli Venezia Giulia sta allestendo una legge apposita, per regolamentare gli eventi commemorativi, ma anche restauro e ritrovamento di cimeli, apporto di collezionisti privati, di associazioni e corpi d’arma, per definire il nucleo di enti ed esperti che dovrà coordinare attività destinate a durare nel tempo. In Provincia si è costituito un gruppo di lavoro con la partecipazione dei maggiori storici, del Comune col direttore dei Civici musei Maria Masau Dan, con Anna Maria Vinci vicedirettore dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione, che ha già scritto un progetto per raccontare in una mostra i risvolti culturali e sociali che la “guerra irredentista” scatenò a Trieste, e per Trieste, un’ecatombe mondiale che qui significò la fine e l’inizio di una storia: la fine di secoli di “Austria”, l’arrivo dell’Italia. Storia e mito.
«È una legge conservatrice, punta tutto su eventi e protagonisti bellici, è assente il profilo culturale e storiografico – secondo Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia e assessore alla Cultura -, dopo tante audizioni qualche correzione c’è stata, almeno sono state inserite le Università nel Comitato organizzatore, prima assenti. Fin da subito in Regione si parlava di solo turismo, e i principali interlocutori sembrano le associazioni d’arma: la legge va rivista. Vogliamo prodotti (anche virtuali) per le scuole, un ripensamento storiografico di profilo internazionale».
Dopo molte audizioni il testo (primo firmatario il Pdl Piero Camber) è stato approvato in sesta commissione con l’astensione del Pd triestino Franco Codega: «L’impianto è tutto rivolto alla ristrutturazione di reperti materiali (forti, fortificazioni, cippi, monumenti, beni archivistici) in una prospettiva di valorizzazione turistica». Ma Camber (che ricorda di aver avuto «ambedue i nonni, pluridecorati, volontari giuliani e condannati a morte in contumacia dall’Austria») non accetta proprio: «Abbiamo fatto audizioni su audizioni, ho ascoltato tutti, nessuno aveva avuto da eccepire, e Poropat mi ha inviato una lettera solo il 19 febbraio.
Ma certo – ribatte Camber – la prima “guerra globale” sarà ricordata in chiave triestina, ci saranno giornate di studio su una guerra che ha interessato ogni aspetto della vita civile, culturale ed economica. La legge si occupa anche di attività culturali e di studio scientifico». Andrà in aula a fine marzo, non è finanziata: «Bastano ora 10 mila euro per incardinarla». E così non sono finanziate le iniziative triestine. «L’obiettivo principale del Comune è allestire la collezione de Henriquez – dice Maria Masau Dan -, e poi dare un quadro della società civile». La Provincia è capofila di un bando europeo da 300 mila euro che scade il 28 febbraio, ma è destinato a “spettacoli dal vivo”, dunque la domanda forse non sarà accettata. Le manifestazioni dovrebbero partire nel maggio 2014. Dove si farà la mostra triestina? Non si sa. L’unica cosa certa: l’anno della Grande guerra si aprirà proprio nel segno militare. Con l’adunata degli Alpini a Pordenone, come per tempo annunciato l’assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna.
Gabriella Ziani
“Il Piccolo” 24 febbraio 2013