«È carognesco usare il nome di Indro Montanelli per cancellare la memoria degli istriani trucidati. In una scuola elementare di Roma, e proprio nel quartiere che accolse i profughi giuliano-dalmati, il soviet d’istituto ha cancellato la memoria di un maestro elementare, Giuseppe Tosi, istriano massacrato e poi annegato dai partigiani comunisti di Tito, a cui era dedicata la scuola, per intitolare la struttura a Montanelli. Indro per primo, ha ragione Federico Guidi, consigliere pidiellino che è insorto (ma è insorta anche CasaPound), si sarebbe indignato per la bischerata e per l’abuso strumentale del suo nome».
«Ma la furbata è stata di dedicarla proprio a lui, simbolo del giornalismo conservatore, che agli occhi della vulgata sinistrese, riscattò settant’anni di deplorevole destrismo con gli ultimi sette di antiberlusconismo. Tosi era un maestro e ci sta bene che una scuola elementare fosse dedicata a lui, per giunta nel quartiere che accolse i suoi corregionali. Quel che più sconforta – e lo hanno rilevato le associazioni dei profughi che si sono vanamente mobilitate – è l’assordante silenzio politico-mediatico di fronte alla protesta e all’oltraggio. Viene spontaneo anche se molesto il solito paragone: che inferno si sarebbe scatenato se una scuola avesse cancellato la sua intitolazione a una vittima del fascismo? E poi, per Montanelli bisognerebbe andare oltre la scuola dell’obbligo, intitolandogli magari un liceo, anche in omaggio a suo padre preside. Indro era un maestro: ma del giornalismo, non delle elementari».
(Marcello Veneziani su www.ilgiornale.it 8 marzo 2013)