Inutile, il trinomio Chiesa, patria e famiglia in Croazia è ancora vincente. E il suo principale mentore, ossia l’Hdz (centrodestra), incassa a suo nome una cambiale politica importantissima: la vittoria alle elezioni amministrative di domenica scorsa.
L’Accadizeta si è imposta (parliamo in termini di voti non di governatori per i quali in ben 12 regioni si andrà al ballottaggio) in 13 delle 21 contee, 6 sono andate ai socialdemocratici del premier Zoran Milanovic (Sdp) una, l’Istria, alla Dieta democratica e una, la Baranja, all’estrema destra della Hdssb. Tutta la Dalmazia e la Croazia centrale hanno scelto l’opzione targata Hdz, la regione del Litoraneo-montana (capoluogo Fiume) si è confermata terra “rossa” e ha premiato l’Sdp confermando alla carica di governatore già al primo turno Božidar Kalmeta, assieme alla fetta Nordorientale del Paese.
La coalizione di maggioranza Kukuriku (centrosinistra) accusa il colpo e il giorno dopo l’appuntamento con le urne è un po’ come un pugile suonato che con difficoltà raggiunge il suo angolo. Anche perché alcune lotte “fratricide” – come avvenuto in Istria dove il dietino Valter Flego (la Ddi è partner di governo) si è visto costretto al ballottaggio per la carica di “zupano” dall’ex collega di partito Damir Kajin sostenuto invece dalla Sdp del premier Milanovic – lasciano l’amaro in bocca. Da rilevare che nel corso della notte i risultati man mano che diventavano definitivi hanno visto il socialdemocratico sindaco uscente di Fiume, Vojko Obersnel (48,04%) costretto al ballottaggio dall’accadizetiano Hrvoje Buric (16,27%) mentre a Zara, Božidar Kalmeta (Hdz) dovrà vedersela per la poltrona di primo cittadino con Ivo Bilic (Sdp).
Il primo ha raggiunto il 46,67% dei voti, il secondo il 33,16%: deciderà il turno supplettivo. Ha votato il 46% degli aventi diritto contro il 20% delle precedenti europee.
Da buon “comandante”, ieri, il premier Zoran Milanovic, non si è nascosto dietro a un dito e si è assunto tutta la responsabilità del tracollo elettorale. «Io sono il responsabile di tutto ciò – ha detto in una conferenza stampa a Zagabria – i tempi sono duri – ha proseguito – la gente è ansiosa e apatica, non ha pazienza e si aspetta cambiamenti che assicurino un futuro migliore». Insomma parole pesanti che in pratica suggellano il fallimento della politica socio-economica fin qui espressa dall’esecutivo da lui guidato, mentre il “suo” ministro delle Finanze Slavko Linic parla di «risultato atteso» e costituiscono «una conferma affinché il governo prosegua nella sua politica di riforme». «Se guardiamo all’equilibrio dei poteri – ha poi aggiunto Milanovic – la situazione in Croazia è praticamente la stessa di quattro anni fa» e «di questi risultati certo non posso essere soddisfatto». Poi uno sguardo all’Istria. «Qui prima del voto eravamo solo un gruppo di persone che attaccavano alle porte gli adesivi della Spd, ora siamo la seconda forza politica, fatta da persone serie dopo il repulisti svolto con coraggio e determinazione nei mesi che hanno preceduto le elezioni».
Tutt’altra atmosfera quella che si respira in casa Hdz dove ieri sera si sono stappate bottiglie di champagne. «Contando i voti a livello nazionale – ha detto un euforico presidente dell’Accadizeta, Tomislav Karamarko – poso dire che abbiamo vinto e quindi abbiamo diritto di gioire, la Croazia ha scelto la direzione migliore». Karamarko ha poi sostenuto che a livello locale il partito ha candidati forti che potranno spuntarla anche al ballottaggio. «È la seconda grande vittoria dell’Hdz in un mese e mezzo – ha concluso riferendosi al successo ottenuto alle europee – e ora, dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione europea pretenderemo le elezioni politiche anticipate».
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 21 maggio 2013
Il premier croato Milanovic (foto www.dalje.com)