A trentatré anni dalla morte, Josip Broz Tito continua a rimanere un mito nel cuore di tanti. La nostalgia nei confronti della sua figura viene amplificato dagli enormi disagi sociali, dalla criminalità e dalla corruzione che, secondo chi esalta il Maresciallo, durante la sua epoca erano ridotti ai minimi termini.
Il creatore e leader della vecchia Jugoslavia, quando era in vita, nel mese di maggio si vedeva consegnare la “Staffetta della gioventù”, il simbolo del rispetto e della devozione del popolo, soprattutto dei giovani. Ebbene il rito è rimasto, anche se ridimensionato e lontano da microfoni, riflettori e telecamere. Anche quest’anno la Staffetta per il 2013 è partita puntuale dal bar “Tito” a Umago, l’unico con questo nome in tutta la Croazia. I nostalgici non si sono fatti impensierire dalla pioggia e sono accorsi numerosi per salutare la partenza della vecchia Mercedes bianca con la staffetta a bordo. Immancabile la tipica iconografia dell’epoca: c’era un grande vessillo jugoslavo con tanto di stella rossa.
Il proprietario del bar, Radoslav Ilic Mrki, ha pronunciato un breve discorso dicendo che quelli di Tito «erano i tempi dell’amore, della pace e della libertà». Secondo i nostalgici del titoismo «il Maresciallo dava pane a tutti». La staffetta, dopo aver attraversato venti città tra cui Fiume, arriverà a Belgrado il 25 maggio, giorno del compleanno Tito. Qui passerà nelle mani dei rappresentanti della società “Josip Broz Tito” di Serbia, una consegna che avverrà davanti alla Casa dei fiori dove è sepolto.
Non sarà questo l’unico omaggio al defunto statista jugoslavo. Lo stesso giorno, nel rispetto di una pluriennale tradizione, nella località natale di Kumrovec si daranno appuntamento migliaia di estimatori provenienti da tutta l’ex Jugoslavia, Istria compresa. E il pellegrinaggio nella località dello Zagorje croato è continuo nell’arco di tutto l’anno tanto da rappresentare una buona fonte di entrate per le casse comunali.
(p.r. / “Il Piccolo” 20 maggio 2013)
La patetica carovana in partenza da Umago (foto www.barkun.hr)