La Slovenia, per aver violato il rapporto tra debito pubblico e Pil stabilito a Maastricht non superiore al 3%, potrebbe essere la prima nazione europea a incorrere nelle sanzioni che verranno stabilite dalla Commissione europea. La notizia appare sulle colonne del quotidiano britannico Telegraph e proviene da fonti comunitarie. Nella relazione che sarà resa pubblica mercoledì a Bruxelles il “cartellino rosso” potrebbe essere estratto anche per Francia e Spagna. Un avvertimento sarebbe rivolto anche alla Gran Bretagna, rea di rimanere “impiccata” al cappio dei prestiti che vanifica gli sforzi per diminuire il debito pubblico anche se Londra dovrebbe riuscire a non incorrere nelle sanzioni europee.
La Commissione europea, negli ultimi tempi, per cercare di combattere le violazioni dei principali standard macroeconomici nell’area dell’Eurozona ha ottenuto potrei speciali che la investono della possibilità di decidere quali riforme devono essere attuate negli Stati “trasgressori” e di elevare multe salatissime a chi non dovesse adeguarsi ai voleri del “governo” comunitario. «Se i Paesi non attuano le riforme necessaria a rispettare i parametri dell’Eurozona – spiega una fonte di Bruxelles del Telegraph – sono passibili di sanzioni. E le modalità operative all’interno dell’Ue sono molto cambiate negli ultimi 12 mesi. Fino ad ora la Commissione metteva in evidenza o criticava chi non rispettava i parametri macroeconomici, adesso invece decide direttamente Bruxelles. Mai la Commissione ha avuto simili poteri».
I nuovi regolamenti permettono che sia la Commissione stessa, decretando le sanzioni, a decidere quali riforme devono essere attuate nei Paesi inadempienti e come. E la decisione della Commissione si ritiene approvata se non si oppongono i due terzi dei Paesi membri. È il sistema della maggioranza qualificata per cui i due terzi dei membri devono votare contro una decisione e non a suo favore.
E secondo il Telegraph proprio la Slovenia potrebbe essere la prima “vittima” di questi nuovi poteri della Commissione Ue visto e considerato poi che i problemi del sistema creditizio di Lubiana sono molto simili a quelli di Cipro. Insomma, dicono a Bruxelles, la Slovenia come “cavia”. Ricordiamo che nella relazione dell’aprile scorso ben 13 Paesi europei furono considerati dalla Commissione come “insolventi” nei confronti dei parametri macroeconomici europei. Un particolare accenno fu fatto allora nei confronti di Spagna e Slovenia.
Al di là della Slovenia il vero grosso problema è costituito in questo momento dalla situazione della Francia la seconda potenza industriale dell’Eurozona. Bruxelles minaccerà Parigi con le sanzioni se il governo francese non porterà a termine le riforme strutturali necessarie (pensioni in primis) per innescare un circuito virtuoso nell’indebitamento pubblico. Il termine che verrebbe dato alla Francia sarebbe quello del 2015. Anche Lubiana spera in una proroga, come dichiarato dalla premier Alenka Bratušek, visto poi che il pareggio di bilancio è stato inserito nella Costituzione a partire proprio dal 2015. Ma Lubiana, si sa, non è Parigi.
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 27 maggio 2013
Un’immagine dell’incontro tra il premier sloveno Bratušek e il presidente della Commissione europea Barroso, lo scorso aprile (foto www.huffingtonpost.com)