Caro Gazzettino,
ho letto le polemiche suscitate dall'iniziativa del sindaco di Roma Walter Veltroni di promuovere visite scolastiche alle foibe carsiche. È mio parere che sia l'Anpi del Friuli V.G. ad adottare due pesi e due misure. Le vittime del nazismo e della Repubblica Sociale, così come la loro memoria intera, riempiono da sessant'anni i manuali ed i libri di storia e le celebrazioni di rito che hanno costituito una parte importante della pedagogia politica e culturale del dopoguerra; mentre sulle vittime e di tutte le altre vittime dei vinti è sempre stato riservato il silenzio pressoché totale. L'incapacità o la non volontà di non riuscire a confondere e mescolare ideali, progetti politici e trapassi storici con la realtà storica effettuale significa incapacità e non volontà di riuscire a "liberarsi dai miti". Se si ha paura dell'uso scientifico della storia non si onorerà mai la verità in sé, ma non solo, non separando ciò in cui si crede da ciò che si deve capire, non si giungerà mai a conciliare e riconciliare il processo storico-politico che ha portato l'Italia ad una nuova mentalità e sensibilità, alla Repubblica e alla Costituzione con la realtà storica di una guerra civile che la società italiana ha avuto davanti ai propri occhi, e che ha lacerato il nostro tessuto morale e civile. Spero sia solo un fatto "anagrafico" che sparirà col tempo, l'uso distorto della memoria, a meno che non ci sia sempre qualcuno disposto a tenerlo in vita per assolvere i propri scopi politici.
Cristiano Lenarduzzi, Pordenone