Una nave ospedale per curare i malati sulle isole del Mare Adriatico e risanare la cantieristica navale croata. L’originale idea è maturata nella mente del medico spalatino Joško Kalilić, oggi in pensione, ma ancora molto noto nella sua città.
La Croazia conta 1.244 tra isole, isolotti e scogli. Sulle 60 isole abitate risiedono circa 125mila persone (più o meno il 2,7 p.c. della popolazione croata complessiva). Gli isolani possono contare sull’assistenza dei medici generici, ma nella stragrande maggioranza dei casi, quando hanno bisogno di affidarsi alle cure di uno specialista devono recarsi sulla terraferma. Idem quando le loro condizioni di salute richiedono un ricovero in ospedale. L’idea di Kalilić, raccolta e presentata dal quotidiano finanziario Poslovni dnevnik, consiste nel venire incontro alle esigenze degli isolani dotando il sistema sanitario di una nave ospedale. L’unità dovrebbe essere dotata di ambulatori adibiti ai controlli ginecologici, pediatrici, di medicina interna, di ortopedia, di otorinolaringoiatria, oculistici, dermatologici e psichiatrici. Sulla nave dovrebbero poter venir eseguiti anche interventi chirurgici ed ecografie. Le cure in questione verrebbero garantite da una decina di medici, tre infermieri e altrettanti tirocinanti.
La nave dovrebbe essere lunga 40 e larga nove metri ed equipaggiata con due motori in grado di spingerla a una velocità di 24 nodi. L’equipaggio della nave sarebbe composto da circa sei persone. Il comandante della nave e il direttore della sala macchine dovrebbero essere assunti in pianta stabile, mentre, per abbassare i costi di gestione, gli altri membri dell’equipaggio potrebbero essere reclutati di volta in volta negli istituti nautici e nella Marina militare, nell’Istituto di oceanografia o in altri enti legati al mondo della navigazione. Stando ai calcoli del medico spalatino, la realizzazione di una nave del genere nello Stabilimento del Cantiere navale Brodosplit – Unità speciali richiederebbe un investimento iniziale di circa 14 milioni di kune, finanziabile in parte attraverso i fondi dell’Unione europea. Indubbiamente una nave di questo genere avrebbe un impatto psicologico molto positivo e aiuterebbe ad arginare lo spopolamento delle isole dell’Adriatico. Inoltre, la nave potrebbe trasformarsi un prodotto d’esportazione per la cantieristica navale croata.
kb su “la Voce del Popolo” del 7 agosto 2013