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Statua di Santin, «manca solo che la buttino in mare…»

«Le più brutte statue e fontane del mondo sono tutte a Trieste: quella dei putti del Mazzoleni in piazza Ponterosso, quella Nettuno in piazza della Borsa, la povera Sissi in piazza della Stazione. La fontana dei Quattro continenti in piazza Unità, il massimo della bruttezza».

L’architetto Gigetta Tamaro non si fa pregare e ride di gusto al pensiero di una statua di sette metri in cima al Molo IV dedicata al Vescovo Santin. «Potrebbe elevare il primato di bruttezza di Trieste» scherza ricordando che l’arte contemporanea rigetta l’idea della statua commemorativa. «Gli artisti contemporanei lavorano su volumi geometrici. Quando interpretano la figura umana lo fanno in chiave critica, esasperata, o dolente, mostruosa. La commemorazione non appartiene alla contemporaneità. Basta andare a una Biennale per verificarlo», continua l’architetto. Una lezione di estetica.

«I monumenti, di solito, sono sempre stati consoni agli spazi urbani che hanno trovato nella collocazione di un monumento il loro punto di attrazione e di completamento. Mentre a Trieste siamo abituati a vedere le statue che camminano. Emblematiche sono le ultime tre che abbiamo avuto – Joyce, Saba e Svevo – che camminano veramente tra la gente». Anche quella di Santin, ancora da realizzare, ha già camminato parecchio. Un vero pellegrinaggio. «Ho ripassato le varie proposte nel corso del tempo di questa statua: da piazza Venezia a Monte Grisa, da via Cavana a piazza San Giovanni, da San Giusto al Salone degli Incanti per finire alla Capitaneria di Porto. Manca solo che la buttino in mare» racconta Gigetta Tamaro ricordando che nel «nel 2006 i parenti di Santin non volevano una statua. Volevano il vescovo fosse ricordato attraverso delle opere di solidarietà. La famiglia per prima non riteneva adatto questo modo per ricordare il vescovo». E, quindi, spendere 110mila euro di denaro pubblico (della Regione) è oltremodo “oltraggioso”.

L’unica consolazione è la collocazione al Molo IV, dietro un magazzino? «Questo potrebbe essere un bene, visto che non conosciamo l’artista che la farà. L’unico terrore è l’erbetta. «Tutte le statue a Trieste vengono messe su un tappeto d’erba. Nazario Sauro sta nell’erbetta, Verdi sta nell’erbetta, Mascherini sta nell’erbetta. Forse metteranno l’erbetta anche sul molo IV. Nulla da salvare? «A Trieste l’unico monumento degno di questo nome, piaccia o non piaccia, è il momento ai Caduti che sta a San Giusto».

fa.do. / www.ilpiccolo.it 29 agosto 2013

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