Sono stati soprattutto i Russi e poi gli Italiani i grandi assenti dalle spiagge spiagge istriane e oltre ai dati statistifici lo confermano i ristoratori che ricordano con nostalgia certi momenti d’oro delle stagioni passate. L’altra estate, racconta Claudio di Umago, nel mio locale entrarono 4 coppie di russi che iniziarono a mangiare alle 19 per finire alle 3 di notte, divorando una montagna di pesce senza andare per il sottile sul tipo e bevendo vino bianco e nero in grande quantità. E dato che volevano assolutamente musica dal vivo aggiunge il ristoratore, ho dovuto convincere un mio amico violinista a suonare per loro. Alla fine mi hanno lasciato una bella mancia pregandomi di chiamare un taxi perché a malapena si reggevano in piedi lasciando cosi posteggiate le loro auto davanti al ristorante.
Scene del genere quest’estate probabilmente non ce ne son state. Va detto che il numero dei villeggianti russi è calato del 25% rispetto alla stagione 2012 e come spiegato ai giornalisti dal direttore dell’Ente turistico regionale Denis Ivoševic, due sono le cause. La prima è l’introduzione dei visti per i Paesi extracomunitari, quindi anche la Russia, un obbligo imposto alla Croazia dall’Unione europea e poi il deprezzamento del rublo, che automaticamente ha fatto lievitare il costo delle vacanze in Croazia.
Non è che come per magia l’anno prossimo andrà meglio ha aggiunto Ivoševic, ma dobbiamo rimboccarci le maniche per riconquistare le posizioni perdute. Il mercato turistico russo è sicuramente appetibile per i Paesi affacciati sul Mediterraneo. Si calcola che siano 16 milioni quelli che si mettono in viaggio per le vacanze. Circa 200 mila puntano verso la Croazia, però sono 800.000 quelli diretti verso la costa montenegrina dove i prezzi sono molto più bassi.
E si sta sgonfiando anche l’interesse dei cittadini russi per l’acquisto di immobili in Istria. L’affare l’hanno fatto quegli istriani che sono riusciti a vendere catapecchie a un buon prezzo.
Al secondo posto nella classifica dei flop sono gli Italiani, calati del 7% sia come arrivi che pernottamenti.
Walter di Cittanova, il cui ristorante è una delle loro mete preferite, racconta che consumano meno non risparmiando sul pesce, ma sul vino. Prima chiedevano il vino imbottigliato d’annata, dice, ora si accontentano della malvasia e chardonnay sfusi.
Comunque gli Italiani del ceto medio in vacanza in Istria non vanno nei ristoranti di un certo livello ma nei locali più alla mano dove un piatto di calamari ai ferri viene a costare sui 5 euro. Oppure si accontentano della pizza al taglio.
Tornando ai bilanci tracciati da Ivoševic, grazie al movimento registrato in agosto si è riusciti a tappare tutte le falle dei mesi precedenti per cui la stagione 2013 risulterà comunque positiva.
p.r. / www.ilpiccolo.it 7 settembre 2013
Turisti russi sbarcano all’aeroporto di Pola (foto www.glasistre.hr)