“Patrioti dell’Istria. Le guarnigioni italiane sono nelle nostre mani. I soldati italiani sono in fuga dalla nostra terra. Per la prima volta nella nostra storia il popolo prende il timone nelle proprie mani. L’Istria si riunisce alla propria madrepatria e proclama l’unificazione con gli altri fratelli croati”. È un passo del proclama emesso dal Comitato popolare di liberazione dell’Istria il 13 settembre 1943.
Una dichiarazione, quella del distacco della penisola dall’Italia e dell’annessione alla Croazia, che verrà confermata – con l’aggiunta di Fiume, Zara e degli altri territori sottoposti a occupazione – il 20 settembre dallo ZAVNOH (Consiglio regionale antifascista di liberazione popolare della Croazia) e il 25 dall’Assemblea di Pisino. In quest’ultima occasione vennero enunciate anche altre misure, come la decadenza delle leggi italiane di marca fascista, l’espatrio degli Italiani che si erano stabiliti in regione dopo il 1918, l’abolizione dei decreti con i quali erano stati italianizzati i nomi e i cognomi croati, nonché i toponimi. Nel contempo, agli abitanti di nazionalità italiana (già definiti minoranza) veniva assicurata la parità dei diritti, l’uso della propria lingua, l’istruzione e l’informazione, l’autonomia culturale… La seconda sessione dell’AVNOJ (Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia), il 30 novembre, ribadì le precedenti decisioni.
A ricostruire il percorso che portò all’annessione definitiva di queste terre alla Croazia, rispettivamente alla Jugoslavia socialista, nel settantesimo delle decisioni di Pisino e dello ZAVNOH, è una mostra allestita dal Museo civico di Fiume, con il concorso dell’Associazione regionale dei combattenti antifascisti, curata da Mladen Grgurić. Lunedì prossimo l’inaugurazione (ore 19).
L’esposizione si compone di reperti e fotografie che fanno parte delle collezioni dell’ente, già Museo della rivoluzione popolare (dal 1961 al 1994, quando diventa Civico), ed è intitolata “Pisino – Parigi. 1943 – 1947”, due città e due date cruciali in questa storia.
La narrazione della vicenda, che si concluse con il Trattato di Parigi tra l’Italia e la Jugoslavia (ma che ebbe due successivi epiloghi, il Memorandum di Londra del 1954 e l’Accordo di Osimo del 1975), parte dalla firma del Patto di Londra del 25 aprile 1915: l’Italia si impegnava a scendere in guerra a fianco della Triplice Intesa e contro gli Imperi Centrali nella Prima guerra mondiale, in cambio di alcuni compensi territoriali, tra cui la Venezia Giulia, la penisola istriana, una parte della Dalmazia e numerose isole dell’Adriatico. Tali concessioni territoriali vennero poi sancite, a conflitto concluso, alla Conferenza di Pace di Versailles, nel 1919. Restò aperta la questione di Fiume: Gabriele D’Annunzio cercò di risolverla con una forzatura, seguì la parentesi dello Stato Libero (Patto di Rapallo, 12 novembre 1920) e infine l’annessione al Regno d’Italia (Trattato di Roma, 27 gennaio 1924). Seguì il ventennio fascista, contraddistinto da una politica di snazionalizzazione/assimilazione della popolazione slava-croata e da tutta una serie di misure repressive che esasperarono gli animi e che costrinsero molti ad abbandonare queste terre oppure a impugnare il fucile. La mostra spiega perché e come nascono e si organizzano la Resistenza e la lotta che, in queste regioni, assunse pure connotati nazionali. La capitolazione dell’Italia costituì quel fattore essenziale che consentì al movimento popolare di liberazione di assumere una chiara posizione sull’Istria, Fiume Zara e i territori sloveni e croati annessi dall’Italia nel 1941. Reclamandone l’unione alla Croazia. Si viaggia poi verso il ’45, la battaglia diplomatica (silenzio su foibe ed esodo), la faccenda della Zona A e B, il contenzioso di Trieste, il Memorandum di Londra e infine gli Accordi di Osimo del 10 novembre 1975, che suggellarono il destino dell’Istria.
La mostra, promossa dall’Associazione regionale dei combattenti antifascisti e dal Museo civico, è patrocinata dalla Regione litoraneo-montana e dalla Città di Fiume. In visione fino al 15 ottobre 2013.
ir / “la Voce del Popolo” 14 settembre 2013
La seconda riunione dell’Anvnoj, nel 1943 (foto www.24sata.hr)