ANVGD_cover-post-no-img

Pola, omaggio al dolore per non dimenticare (Voce del Popolo 23set13)

Sarà alta circa tre metri e mezzo la monumentale scultura in pietra bianca che sta nascendo sotto lo scalpello del rinomato scultore connazionale Gualtiero Mocenni e di suo figlio Simone nelle cave di Altura, cittadina nei pressi di Pola, nota per la vicinanza all’importante sito archeologico di Nesazio, con la quale in passato pare vivesse in simbiosi. Il progetto, ideato da Mocenni padre, è il frutto di un lavoro a quattro mani dei due artisti polesi ed è dedicato alle vittime dei bombardamenti avvenuti a Pola tra il gennaio 1944 e il marzo 1945, in quel periodo sotto l’ingerenza amministrativa tedesca.

Come spiegatoci da Gualtiero Mocenni, che abbiamo interpellato per una breve intervista, la scultura verrà sistemata nella città dell’Arena, a metà strada tra la chiesa e il cimitero della Marina, e consiste in due blocchi di pietra bianca contrapposti fra loro, due forze antitetiche di cui una vuole annientare l’altra.

Come è stata concepita l’opera?

È un’idea che coltivavo da molto tempo, ma finora non ho avuto l’occasione di realizzarla. Quest’ultima si è presentata con la mia nomina a cittadino onorario di Pola per meriti artistici, relativi anche alle opere che ho realizzato nel Polese, alle quali, però, mancava questa scultura dal significato molto importante per me, e non soltanto per me. Mi entusiasma l’idea di poter lavorare nelle cave di Altura, fatto che per me e mio figlio Simone significa il naturale prosieguo dei nostri studi. È esaltante vivere e operare in questo sito dove la macchia mediterranea fa da cornice alla progressione dei blocchi bianchi di questa bellissima pietra, così ordinatamente allineati.

Da quanto tempo sta lavorando al progetto e quando dovrebbe vedere la luce?

Ormai ci lavoriamo da quasi due mesi e ci vorranno ancora almeno due settimane per finire, sempre a patto che non piova. La scultura verrà collocata in loco nella prima metà di ottobre di quest’anno.

A quando la cerimonia di inaugurazione e chi dovrebbe prenderne parte?

È fissata per il 9 gennaio 2014, esattamente settant’anni dopo il primo bombardamento di Pola, in seguito al quale morirono 77 persone e molte altre anche in seguito. Da quel giorno, la città venne bombardata altre 26 volte fino alla fine della guerra, nella primavera del 1945. Negli attacchi persero la vita attorno alle 300 persone e ci fu un migliaio di feriti.
Il monumento è dedicato a queste persone, ma anche ai loro parenti, nonché a coloro che, pur non avendo perso nessuno, si ritrovarono senza casa, e via dicendo. Spero che qualcuna di esse arriverà alla cerimonia.

Quale significato ha per lei questo monumento e qual è il messaggio che vuole dare?

La scultura che sto realizzando vuole esprimere il bisogno di ricordare i fatti dolorosi che fanno parte del nostro percorso di vita per far sì che non si ripetano. Un tema molto attuale anche oggi.

Quanto impegnativo è stato il processo di sviluppo dell’idea dal punto di vista artistico?

Questo lavoro mi ha impegnato tantissimo. Bisogna tentare di non cadere nel banale e nello stesso tempo realizzare un’opera d’arte, degna del nostro tempo, e che come tale risulti un omaggio degno alle vittime di quei tragici avvenimenti. È questo lo spirito che ci ha guidati nella realizzazione dell’opera.

Helena Labus Bačić
“la Voce del Popolo” 23 settembre 2013

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.