La Slovenia rischia di essere un ottimo “case study” per i politologi del futuro: quello di paese con i conti relativamente a posto che, nel giro di pochi anni, punta diritto verso il baratro, con una classe politica che al posto di spingere il freno preme convinta sull’acceleratore. Quello che sta succedendo in questi ultimi giorni non può che confermare la tesi.
Lubiana, dopo aver promesso molto e mantenuto poco, oggi ha soprattutto un deficit di credibilità. Il compito di una classe politica seria sarebbe quello di fare di tutto per rafforzarla. Succede esattamente il contrario.
Il leader dell’opposizione, Janez Janša, invoca l’arrivo della trojka, mentre il sindaco di Lubiana, Zoran Janković indebolisce ulteriormente la premier Alenka Bratušek, candidandosi alla guida di Slovenia positiva, il partito che aveva fondato e di cui aveva dovuto lasciare la leadership per consentire alla Bratušek di trovare un’intesa con i partner di coalizione, che con Janković non volevano allearsi.
Il ritorno del sindaco di Lubiana sulla scena politica nazionale porterebbe ad una repentina crisi di governo e a nuove elezioni anticipate. Per evitare il problema, ed una probabile vittoria di Janković, il congresso di Slovenia positiva è stato posticipato a data da destinarsi. La politica slovena, con una Bratušek oggi più debole di ieri, non ha fatto altro che agire esattamente come oramai sta facendo da anni: ha rimandato la soluzione della questione senza risolverla.
Stefano Lusa
www.rtvslo.si/radiocapodistria 4 settembre 2013