Inaugurata a Fiume il 12 ottobre presso il Museo Civico (Muzej Grada Rijeke) e nell’ambito delle «Giornate della cultura e della lingua italiana» (9-24 ottobre 2013), la Mostra dedicata al fiumano Francesco Drenig e ai contatti culturali italo-croati.
L’esposizione, dal titolo Drenig.Contatti culturali italo-croatia Fiume 1900-1950, è stata resa possibile grazie all’apporto determinate della Società di Studi Fiumani (Roma) e sotto gli auspici del Consolato Generale d’Italia a Fiume. Assente per indisposizione Amleto Ballarini, presidente della Società di Studi Fiumani.
Presenti alla inaugurazione Ervin Dubrović, direttore del Museo, Marino Micich, direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume in Roma, Renato Cianfarani, Console generale d’Italia a Fiume e Vojko Obersnel, Sindaco di Rijeka / Fiume.
Nel suo intervento di saluto Micich ha sottolineato come «Francesco Drenig era un tipico uomo del dialogo,come tanti ne ha avuti la città di Fiume nel corso della sua storia. La Società di Studi Fiumani proprietaria dell’Archivio Museo storico di Fiume, presieduta dal dr. Amleto Ballarini e da me diretta, è stata la prima associazione del mondo dell’esodo giuliano-dalmata che dal 1989, dopo il crollo del Muro di Berlino, ha avviato un dialogo ufficiale con la propria città di origine e quindi con le autorità municipali e con la locale Comunità degli italiani».
«[…] La Società di Studi Fiumani sorse in esilio nel 1960 a Roma e dal 1963 trovò sede nel Quartiere Giuliano-Dalmata […], ma ancor prima nel 1952 era sorta la rivista di studi fiumani “Fiume”, che si stampava a Roma grazie al contributo dello stampatore Pietro Blayer, ebreo ed esule fiumano, che ricoprì anche la carica, negli anni Cinquanta del secolo appena trascorso, di presidente delle Comunità israelitiche in Italia. […] Molti anni sono passati da quei drammatici eventi e […] dal 1989 è sorto un fecondo dialogo tra gli esuli fiumani e la città di origine che ormai tutti riconoscono e che si concretizza in maniera particolare nelle giornate di San Vito, il santo patrono di tutti i fiumani».
«A Fiume – ha proseguito il direttore dell’Archivio-Museo Storico fiumano di Roma –, il dialogo culturale intrapreso dalle organizzazioni degli esuli fiumani, ha prodotto importanti risultati dal punto di vista politico, sociale e nel campo delle iniziative culturali, in particolare ne ha giovato la ricerca storica. […]
Nel 1997 la Società di Studi Fiumani pubblicò, confermando una linea culturale di ispirazione europea, il nr. 33 della rivista “Fiume”in edizione bilingue italiano-croato e in quel numero si approfondì per la prima volta, con un saggio di Ervin Dubrovic, la figura di Francesco Drenig, uomo di cultura ed esule fiumano, che oggi ricordiamo con questa bella e storica iniziativa.
Nel 2002 la Società di Studi Fiumani portò a termine con l’Istituto Croato per la Storia di Zagabria un progetto di ricerca senza precedenti e che tuttora è rimasto ineguagliato dal titolo Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni 1939-1947. Pubblicato in versione bilingue e presentato a Zagabria e a Roma con tutti gli onori e alla presenza delle autorità governative di Italia e di Croazia, nonché a Fiume e in altre città italiane: Trieste, Bologna e Udine.
Rapporti validi e fruttuosi si sono sempre mantenuti, nei limiti consentiti dalle disponibilità finanziarie, con altre realtà cittadine come la Moderna Galerija, la Biblioteca scientifica universitaria, ultimamente con la Facoltà di Medicina di Rijeka per lo studio della storia della medicina a Fiume (prof. Amir Muzur) e soprattutto con il Museo Civico di Fiume diretto dal prof. Dubrovic.
Altre iniziative si sono mantenute sempre vive e soddisfacenti con la Scuola Media Superiore Italiana […], con l’Edit e con la Comunità degli italiani di Fiume dove abbiamo sempre trovato una fraterna accoglienza. Nel 2000, ho avuto l’onore di essere invitato dal Comune di Fiume, prof. Darinko Munic, per tenere una relazione nell’ambito del Convegno di Studi Sveti Vid-San Vito dal titolo La Società di Studi Fiumani di Roma dalla sua ricostituzione al dialogo con la città di origine (1960-1999). […]
In conclusione, sottolineo che ho potuto intraprendere questa avventura umana e professionale grazie al sostegno e alla fiducia del gruppo dirigente della Società di Studi Fiumani e in primis del presidente dr. Amleto Ballarini, ma anche grazie a tutti quei fiumani che sin dal 1963 iniziarono a realizzare l’Archivio-Museo di Fiume con i propri sacrifici, in mancanza di un adeguato sostegno finanziario dello Stato italiano che è venuto solo nel 2004 con la Legge del Ricordo e che tra breve non ci sarà più, se non vi si pone rimedio», ha proseguito Micich.
«Nella Società ho conosciuto nel 1996 il signor Neri, figlio di Francesco Drenig, con il quale instaurai un dialogo che divenne una vera amicizia. Neri Drenig – ha ricordato ancora – […] mi consegnò il materiale documentale, soprattutto fotografico, riguardante suo padre, con la speranza di essere utile al dialogo. Neri Drenig purtroppo ci ha lasciato nel dicembre del 2000, ma fortunatamente, oggi, la sua donazione trova degna e ampia collocazione nella città dove nacque anche lui e che da giovane ventenne dovette lasciare assieme al padre. […]».
Dal canto suo, il prof. Ervin Dubrović nel corso del suo saluto ha espresso soddisfazione per l’esito raggiunto «dopo oltre quindici anni di collaborazione e con il desiderio di avviare un progetto congiunto di avvicinamento tra Rijeka e Fiume». «Drenig è un tema veramente d’interesse comune e costituisce una preziosa opportunità d’incontro; un sincero, sobrio e moderato spunto per parlare della storia tumultuosa della prima metà del XX secolo, che ha marcato profondamente la città di Fiume, forse più di qualsiasi altra città di questo nostro litorale».
«[…] Un suo concittadino e amico si è espresso in modo pittoresco dicendo che Drenig non è stato un ponte, bensì un’isola, poiché si è trovato in quel tempo spesso solo nei suoi sforzi tesi al superamento dei confini tradizionali. Proprio per questo consideriamo la sua attività ancora più importante. […] Drenig assurge a simbolo e, andando a ritroso nel tempo, diventa un personaggio centrale nei rapporti culturali tra croati e italiani di Fiume nella prima metà del XX secolo» ha detto Dubrović.
«[…] Sono, pertanto, molto lieto di poter esprimere la mia più sincera gratitudine al dott. Amleto Ballarini, presidente della Società di Studi Fiumani di Roma, per il sostegno pluriennale da lui fornito alle nostre ricerche sulla storia di Fiume. Vorrei inoltre ringraziare il dott. Marino Micich, direttore dell’Archivio-Museo Storico di Fiume di Roma per la sua fondamentale assistenza nel reperimento del materiale di questa esposizione e per il libro su Drenig. Ringrazio, altresì, di cuore, il Console Generale d’Italia a Fiume, Renato Cianfarani, per la collaborazione e il sostegno dato a questa iniziativa, come pure per aver promosso I Giorni della cultura italiana a Fiume, rafforzando così la cooperazione con il nostro museo.
Infine, i miei ringraziamenti vanno alla Comunità italiana di Fiume e all’Unione italiana per l’adesione a questa iniziativa» ha concluso il direttore del Museo Civico, il quale ha fatto menzione della prossima uscita di una monografia su Drenig e sui rapporti italo-croati a Fiume dal 1900 al 1950, sempre in collaborazione con la Società di Studi Fiumani.
Un’elegante intervallo musicale è stato affidato alla viola del M.o Francesco Squarcia, fiumano, prestigioso e fine esecutore.
(fonte Società di Studi Fiumani 14 ottobre 2013)