I meriti sono di chi ha creato ed eseguito lo spettacolo con una bravura rara». Miloš Budin, presidente del Teatro Rossetti, non aveva dubbi: nei giorni delle polemiche precedenti alla prima di “Magazzino 18” si era detto subito «convinto» che la rappresentazione «contribuirà a riportare quel clima che nei decenni siamo riusciti a costruire consolidando l’unità, e superando le lacerazioni di un difficile passato». E il grande successo della serata d’esordio della performance di Simone Cristicchi (coautore Jan Bernas) ha dato pienamente ragione a Budin e a tutti coloro che, come lui, erano certi che le cose sarebbero andate per il meglio.
Il presidente dello Stabile regionale aveva invitato tutti a vedere, a sedersi di fronte al palco, prima di criticare: «Le polemiche? Ora non ha più senso parlarne, è passato. Parliamo dunque a spettacolo finito – prosegue Budin – e a me non può che far piacere che ci sia stata questa risposta da parte del pubblico, è sempre un prodotto del teatro che presiedo… I meriti sono di chi lo ha creato ed eseguito con una bravura rara», evidenzia. Sul “rumore” pre-esibizione, Budin qualcosa poi però dice, per osservare che «era abbastanza inevitabile ci fosse. Quasi scontato, per un argomento delicatissimo ma che in questo è stato affrontato in termini politici. Ora io, da presidente di un’istituzione culturale, devo approcciare tali questioni al di fuori dell’impostazione politica, sapendo che imperativo di un teatro è l’equilibrio, è essere di tutti e possibilmente riflettere tutti. Compito che poi spetta agli artisti. Il rumore – conclude – ha contribuito, alla fine, ad aumentare l’interesse per questa rappresentazione».
«Uno spettacolo corretto, equilibrato dal punto di vista storico e storiografico, andato a toccare tutti i drammi e tutte le responsabilità senza tralasciare nessuno. Io rappresento i rimasti in Istria e “Magazzino 18” ha parlato anche di noi», osserva Maurizio Tremul, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana, l’altra sera presente al teatro Rossetti. Un lavoro, aggiunge Tremul, «assolutamente riuscito, su cui ci può essere la condivisione più ampia. Sono andato personalmente a complimentarmi con Cristicchi. È importante che lo spettacolo venga portato avanti: verrà presentato anche in Istria in date da definire, ne abbiamo già parlato con l’autore».
Per questa mattina l’Unione degli istriani ha convocato, assieme alla Lega Nazionale e alla sezione triestina dei Dalmati italiani nel mondo, una conferenza stampa «di chiusura di tutte le polemiche, per riconoscere la valenza dello spettacolo di Cristicchi, efficace per far conoscere la storia dell’esodo», sintetizza Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli istriani, anticipando i temi dell’incontro. «Le nostre proteste hanno avuto un effetto – riprende Lacota -, di riequilibrare il testo definitivo, che per quello che so io è stato aggiustato in qualche parola sino alla sera precedente alla prima. È stata così fatta maggiore attenzione sulla storia e su ciò che bisognava scrivere. È chiaro che Pahor non andava inserito e prendiamo atto di come Cristicchi lo avesse già tolto: anche perché il Balkan non c’entrava niente».
Renzo Codarin, presidente [provinciale, ndr] dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e della Federazione degli Esuli, si era a sua volta espresso nei giorni scorsi contro la possibile citazione di Boris Pahor nel testo di “Magazzino 18”. A spettacolo andato in scena, lo stesso Codarin non nasconde il proprio gradimento: «Tutti hanno apprezzato – afferma il presidente dell’ANGVD -. Cristicchi, da grande persona e vero artista quale è, ha portato uno spettacolo serio, garbato e utilizzabile in altre parti d’Italia. Non avevo timori».
«Un’emozionante pagina di teatro»: così Alessandro Carmi, consigliere comunale del Pd su “Magazzino 18”. «Applausi e standing ovation finale hanno dimostrato che Trieste e il suo appassionato pubblico sanno superare le polemiche e guardare al futuro – è la riflessione di Carmi -. L’auspicio ora è che molti altri teatri possano mettere in scena questo spettacolo».
E ieri Simone Cristicchi ha spiegato come “Magazzino 18” sia «frutto di un lungo lavoro sul testo, un anno e mezzo di ricerche e di documentazioni. Mi sono lasciato guidare dall’istinto, ho scelto tra le mille storie in cui mi sono imbattuto, trovando quelle a me più affini. Alla fine non ho preso la parte di nessuno, racconto la storia dell’esodo, anche se io sono sempre dalla parte di chi non ha voce, di chi è nel silenzio, come provano i miei precedenti lavori. Come dico in scena – ha concluso -, l’undicesimo comandamento dovrebbe essere: non dimenticare».
Anche dalle parole del direttore del Rossetti e regista di “Magazzino 18”, Antonio Calenda, si colgono nitide la gratificazione e la consapevolezza per i favorevoli riscontri ottenuti: «Sono un artista e il palcoscenico è il luogo unico e necessario della vita cittadina. Lavoriamo per onorare la città, la sua cultura, i suoi abitanti. Sono felice – continua Calenda – del successo, di cui ringrazio il pubblico, che ha capito la buona fede e il senso poetico del progetto». Sulla standing ovation finale e i lunghi applausi: «Un’emozione forte, che mi rende orgoglioso e fiero di aver rappresentato il senso, l’amore per l’arte di questa città unica nel nostro Paese».
Matteo Unterweger
www.ilpiccolo.it 24 ottobre 2013