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L’operazione De Gasperi a Fiume (Voce del Popolo 26ott13)

Nel fascicolo su Annibale Blau, custodito nell’Archivio Museo storico di Fiume in Roma, abbiamo trovato un’interessante corrispondenza del politico fiumano con don Luigi Maria Torcoletti e un paio di lettere scritte nel 1951 ad Alcide De Gasperi, quando ormai il nostro si trovava esule a Rapallo.

Da queste lettere si evince che durante il Ventennio fascista in Italia, esattamente nei primi giorni di marzo del 1927, Annibale Blau assieme a Francesco Stalzer (padre del cav. Mario Stalzer, segretario generale del Libero Comune di Fiume in esilio) si erano messi a disposizione di De Gasperi trattando direttamente con il suo uomo di fiducia, l’avv. Giuseppe Spataro (durante la dittatura fascista svolse un’importante opera di preparazione alla riorganizzazione democratica del Paese, tenendo insieme le file dell’ormai disciolto Partito Popolare e di alcuni ambienti antifascisti, e fu poi ministro degli Interni della Repubblica italiana).

Ma il «passeggero» non si presentò

I due fiumani si adoperarono affinché De Gasperi passasse clandestinamente la frontiera italiana nel capoluogo quarnerino per nascondersi oltreconfine. Alcide De Gasperi, in quel marzo 1927, non si presentò però all’appuntamento con Blau e Stalzer, che avevano armato a loro rischio e pericolo una piccola barca nel porto di Fiume, per trasportare l’importante passeggero perseguitato dal regime fascista. Un’operazione assai pericolosa, che è caduta nell’oblio per tanti anni.
Negli anni dell’esilio Blau non riuscì, purtroppo, mai ad avere un incontro con De Gasperi e con lo stesso avv. Spataro per poter chiarire i termini di quell’operazione varata nel 1927 e la sua mancata attuazione.
Chi era Annibale Blau? Nato a Fiume nel 1888, fu sempre vicino al mondo cattolico, ma come tanti fiumani si iscrisse alla “Giovine Fiume”, organizzazione di ispirazione mazziniana sorta nel 1906 nella città di San Vito per ridestare i sentimenti di italianità nella popolazione fiumana.

Cattolico, amico di Gigante e Bellasich

Pur essendo grande amico di Riccardo Gigante e di Riccardo Bellasich, il suo interesse maggiore era però rivolto ai circoli cattolici fiumani “San Vito” e “Cristiano sociale”. Fu anche uno dei principali organizzatori dei primi nuclei dell’“Azione Cattolica” a Fiume. Alla fine del Primo conflitto mondiale fu tra i firmatari del proclama del XXX ottobre 1918, con il quale il Consiglio Nazionale italiano di Fiume dichiarava, in base al principio di autodeterminazione dei popoli sancito dal presidente statunitense Wilson, la volontà di annessione della città alla madre patria italiana. Blau fu anche il fondatore della sezione fiumana del Partito Popolare di don Luigi Sturzo e conobbe personalmente De Gasperi al II Congresso dei popolari tenutosi a Napoli nell’aprile del 1920, quindi a due anni dalla fine della Grande Guerra.

La delusione e il ritiro dalla politica

Scontento del comportamento degli Alleati riguardo alla questione fiumana, si arruolò nel settembre 1919 nella Legione fiumana, prendendo così parte attiva all’Impresa di D’Annunzio. Dopo la firma del Trattato di Rapallo e gli scontri del Natale di Sangue si avvicinò al partito autonomo di Zanella, nelle cui liste fu eletto membro dell’Assemblea Costituente fiumana. Dopo il colpo di mano contro lo Stato libero di Zanella – avvenuto il 3 marzo 1922 ad opera di Francesco Giunta, che si mise a capo di un manipolo armato di fascisti triestini e irredentisti fiumani –, Blau non seguì Zanella e i suoi a Portorè in Jugoslavia.
Condannando questa scelta, assai discutibile, del capo dell’autonomia fiumana, Blau abbandonò la politica, non potendo fare altro sotto la dittatura fascista, per dedicarsi alla sua professione e alle attività sociali promosse dai circoli cattolici di Fiume. Negli anni Trenta il vescovo Antonio Santin gli affidò la presidenza degli Uomini cattolici della città e della provincia del Carnaro.

Blau, lasciata Fiume per via dei rigori del regime comunista jugoslavo andò, infine, esule a Rapallo, mantenendo contatti con la diaspora fumana fino alla sua morte avvenuta il 5 dicembre 1969.

Marino Micich su La Voce del Popolo del 26 ottobre 2013

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