Compie un secolo di attività sportiva, ma non lo dimostra. Nasceva nel lontano 1913, precisamente il 1.mo di giugno, lo stadio cittadino, situato nell’allora rione di Borgomarina, che più tardi prenderà il nome odierno di Cantrida. Una lunga storia, tutta da raccontare, quella di questo impianto sportivo incastonato nelle rocce, a ridosso del mare. Pochi sanno che lo stadio detiene un record inusuale. Fu il primo impianto ricreativo-sportivo al mondo ricavato da un area industriale, cioè dall’ex-cava di pietra che era servita per la costruzione del porto di Fiume nel XIX secolo.
Nel 1931 si disputarono le gare del Campionato italiano di speedway nell’allora Stadio Comunale (del Littorio). Attualmente lo stadio di Cantrida risulta tra i cinque impianti sportivi più suggestivi e originali al mondo.
Tante le squadre di calcio che hanno fatto gli onori di casa, tantissimi i momenti da ricordare. Da non dimenticare l’atletica, considerata da sempre la sorella povera, ma che ha dato tanti campioni a livello mondiale.
Una storia centenaria, ricca di avvenimenti che verrà immortalata su due murali lunghi entrambi 48 metri per una superficie di oltre 2mila metri quadrati sui muri che fiancheggiano l’ormai leggendario stadio di Cantrida, sotto la nuova palestra di atletica. Quando un anniversario così importante viene snobbato dalle autorità, ci pensano i cittadini stessi a tenere viva la memoria e a imprimere “sulla roccia” la storia dello stadio.
L’idea è partita, ancora una volta, dai membri del gruppo Facebook “Enciclopedia fiumana Fluminensia” per celebrare il centenario del “campo dentro la cava e affacciato sul mare”. Il murale – sarà il decimo nell’ambito dell’iniziativa “Refaj se” – rappresenterà così un piccolo omaggio per un grande anniversario.
Vedrana Spadoni Štefanić, moderatrice del suddetto gruppo Facebook, nonché promotrice dell’iniziativa, è riuscita ancora una volta a mobilitare tutti quelli che amano e rispettano la città. Le donazioni non sono mancate. Sono oltre 120 le persone che hanno voluto partecipare finanziariamente all’iniziativa. Durante le ultime partite del “Rijeka”, anche i tifosi hanno dato il proprio contributo.
La superficie da coprire è molto grande, ma il progetto è in gran parte già pronto. Vedrana Spadoni Štefanić spiega che il murale sarà diviso in due parti, ossia presente e passato. L’area più in alto sarà dedicata a una panoramica attuale di tutto il complesso con le suggestive rocce. La fotografia dalla quale verrà tratto il murale è stata scattata da Arsen Miletić, uno dei membri più attivi del gruppo. La parte bassa, invece, è risultata più complessa. Con l’aiuto del noto scultore Zvonimir Kamenar, la prima bozza è stata portata a termine.
Si partirà dalla cava e dalla prima partita giocata quel lontano primo giugno 1913 dalla squadra locale, il Victoria, contro il Građanski di Zagabria. Saranno disegnati tutti gli stemmi delle squadre che hanno militato sul campo di Cantrida, gli avvenimenti più importanti, i cambiamenti effettuati nel tempo, la semina del primo manto erboso, il montaggio dei riflettori, le nuove tribune, il nuovo tabellone elettronico. Una parte sarà dedicata alla storia dell’atletica e dei campioni usciti dai vari club che hanno lavorato e lavorano “dentro la cava”.
In questi giorni sono iniziati i lavori alla pulitura del muro e da quanto specificato da Vedrana Spadoni Štefanić, basteranno una ventina di giorni lavorativi, tempo permettendo, per completare tutta l’opera. “Tutto il lavoro viene fatto su base volontaria – ha precisato –. Attualmente è in corso l’impregnazione dei muri, mentre la fase seguente prevede la stesura del colore di base, dopo di che si procederà con la realizzazione del graffito, il tutto in armonia con i colori della squadra e della facciata della palestra di atletica”.
Alla fase finale, quella più delicata, quando ci sarà da riproporre immagini e disegni, parteciperanno i graffitari dell’Armada, ai quali si aggregheranno i tifosi dell’Orijent, la squadra di Crimea che milita nel campionato di Terza lega, girone occidentale. L’idea è di far lavorare pure gli studenti dell’Accademia di arti applicate. Un’unione di forze, a dimostrazione che ognuno può dare un piccolo contributo “alla città che scorre” e perché “lo stadio di Cantrida è motivo d’orgoglio per tutti i fiumani e per quelli che si sentono tali”, spiega Vedrana Spadoni Štefanić.
Viviana Car
“la Voce del Popolo” 26 ottobre 2013