La scoperta dell’Istria gastronomica comincia con un filo d’olio. La Bianchera istriana, piccante, pungente, con un forte sentore di erba, apre un mondo. Un mondo fatto di terra rossa, di vigne ordinate, di uliveti che corrono giù fino al mare. Di fresca malvasia e saporita ricotta. Scrive Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, che quella balcanica è una terra con «una diversità alimentare incredibile». L’Istria, vicinissima all’Italia, può essere un buon punto di partenza.
L’energia di Loredana Musizza è formidabile. Fa maschere di cartapesta per vivere e vive per far conoscere il bello dell’Istria. Ha fondato l’Associazione delle donne delle olive d’Istria e produce a Torre Abrega un ottimo olio che porta in giro per fiere e rassegne. L’ha chiamato “Meraviglia” in onore del padre. «Perché quando vedeva un bel posto diceva sempre: che meraviglia!». L’olio in Istria ha origini antiche, era apprezzato già da Greci e Romani.
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