I misteri che percorrono il dopoguerra d’Italia, e che si addensano a Nord-est, hanno un prodromo esemplare nell’eccidio istriano di Vergarolla, a Pola. Nell’estate del 1946 la zona è un’enclave angloamericana dal destino incerto, anche se appare probabile l’assegnazione alla Jugoslavia. Mentre è in corso una gara natatoria, una catasta di bombe lasciate incustodite sulla spiaggia esplode, causando 66 vittime e una cinquantina di feriti. Le inchieste che seguono stabiliscono che si è trattato di atto doloso, senza indicarne responsabili o finalità. E Vergarolla viene dimenticata. L’oblio dura fino al 1996, quando il circolo di cultura istro-veneta “Istria” erige una stele sul sagrato del duomo di Pola. E in seguito affida allo storico Gaetano Dato una ricerca, oggi edita da Leg con il titolo “Vergarolla – 18 agosto 1946”, che negli archivi alleati e belgradesi individua elementi rilevanti, che fanno sempre propendere per l’attentato, ma non sciolgono l’enigma finale sui colpevoli.
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