Le immagini sono ancora nitide, eppure sono passati oltre settant’anni. I dintorni di Clana con i militari italiani lungo il vecchio confine italo-jugoslavo, i Littoriali sportivi in una Abbazia illuminata dal sole, e poi i volti di una famiglia benestante in una località della riviera dalmata ripresi alla fine degli anni Venti. Un piccolo tesoro a sedici millimetri, fatto di brevi spezzoni o di filmati più lunghi, e perfino un vero e proprio istant-movie forse mai completato che documenta e ricostruisce le prime operazioni di occupazione italiana in Jugoslavia a Fiume e lungo la Dalmazia, nella primavera 1941. Un piccolo tesoro in bianco e nero è riaffiorato da uno scantinato romano. Non i soliti documentari Luce ma filmati girati con mano piuttosto sicura da un operatore esperto. Di cui si conosce pure il nome e le cui vicende personali e tragiche si intrecciano con quelle dell’Istria in guerra. Malgrado il tempo e le condizioni precarie, sono ben conservati quei ventitré rulli, senza contare altre bobine a otto millimetri, alcune a colori, ancora da esaminare. Sono immagini rarissime, prodotte in gran parte da Giuseppe Callegarini, letterato e scienziato, volontario per le Libertà, medaglia d’oro al valor militare, trucidato a Pola dai nazifascisti alla vigilia del Natale 1944, e le cui spoglie sono state disperse.
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