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Anvgd Udine, da Zara all’esodo istriano quando la Storia è scomoda (Messaggero Veneto 25feb15)

 

La storia di come fu distrutta la vecchia Zara, città dalmata dalle belle atmosfere veneziane, è stata a lungo cancellata, ignorata. Solo negli ultimi decenni riemerge attraverso archivi prima inaccessibili e grazie alle ricerche di studiosi che danno sostegno alla voce fin qui inascoltata dei testimoni, sopravvissuti e fuggiti da quella terra a fine guerra. Una tragica sequenza di 53 bombardamenti aerei anglo-americani, dal novembre del 1943 a quello del ’44, la ridusse in un ammasso di ceneri carbonizzate, privo di vita e di fisionomia. Tutto si risolse in un’inutile e vandalica opera di annientamento i cui motivi, come scrisse Enzo Bettiza nel bellissimo libro “Esilio”, sono rimasti senza una risposta convincente perché Zara non aveva importanza strategica, essendo priva di porto, insediamenti militari e collegamento ferroviario. […] Dal suo studio, colmo di libri, documenti, carteggi, immagini dedicate alla leggendaria Diadora, Cattalini continua a Udine a far conoscere, in particolare ai giovani, cos’era quella stupenda città distrutta e poi ricostruita, ma smettendo di essere se stessa, perché poi tutto cambiò, a cominciare dalla popolazione. Quasi un fantasma allora, uno spettro senza corpo e volto, che sopravvive ora grazie a chi vi abitò e non l’ha dimenticata. Personaggi come Cattalini e tutti i dirigenti dell’Anvgd hanno dedicato infinite energie, idee e iniziative all’impegno di non disperdere la traccia di ciò che la storia ha schiacciato con furore ideologico, di qualsiasi colore esso sia. Esistenze difficili le loro, fin dagli inizi, quando fuggirono negli anni Quaranta in Italia, non compresi o addirittura maltollerati.

 

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http://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2015/02/09/news/da-zara-all-esodo-istriano-quando-la-storia-e-scomoda-1.10836656

 

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