Non si placano le polemiche innescate dalla presenza di bandiere iugoslave e italiane con la stella rossa, nel corteo organizzato in occasione del Primo maggio da Cgil, Cisl e Uil. E proprio dalla Cgil è arrivata ieri una netta presa di distanza dalla provocazione compiuta dal gruppetto di manifestanti. «Mentre una parte della città guarda avanti e si occupa di progettare la Trieste del futuro, un’altra rimane con lo sguardo rivolto alle spalle – affermano Franco Belci e Adriano Sincovich, rispettivamente segretari regionale e provinciale della Cgil -. È davvero incredibile che una manifestazione del Primo Maggio, in un momento così difficile, sia ricordata solo per l’esposizione di una bandiera della ex Iugoslavia, cioè di uno Stato che non esiste più. Sia chiaro: non è la prima volta che accade e già nel passato la Cgil ne prese le distanze, ritenendo quella scelta inopportuna e inutilmente provocatoria. Giudizio che conferma oggi. Il corteo del primo maggio non ha nulla a che vedere con la cosiddetta “liberazione” di Trieste, sulla quale si è da tempo innescata una discussione legata alla cronologia più che alla storia. Una “liberazione” che per la gran parte dei triestini non è stata tale e la Cgil ne è pienamente consapevole.
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