Ecco il testo che la Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati ha inviato ai partiti in lizza per le elezioni politiche 2008, riassumendo concetti e punti ancora critici, in attesa di una concreta soluzione.
Nei dolorosi anni dell’esilio dalle terre natali da cui siamo stati strappati a forza dalla follia della guerra, ci siamo ripetutamente rivolti ai rappresentanti della politica per ottenere giustizia per il nostro popolo.
Con decisione eleviamo ancora una volta la nostra voce rivolgendoci ai Partiti Politici impegnati alle elezioni 2008 per chiedere attenzione ai problemi e agli interessi di cui sono portatrici le Associazioni dell’esilio istriano, fiumano e dalmata.
Se è vero che il “giorno del ricordo” delle foibe e dell’esodo, che rende finalmente giustizia alla nostra storia, è stato istituito dal Parlamento con voto bipartisan appena nel 2004, è altrettanto vero che alla comunità degli esuli deve essere ancora resa giustizia.
Chiediamo che tra i primi atti del Governo che andrà ad insediarsi nei prossimi mesi, sia istituito un nuovo “tavolo di concertazione” con le Associazioni degli esuli allo scopo di dare definitiva soluzione ai numerosi problemi che da più di sessant’anni preoccupano la nostra gente.
Chiediamo una rinnovata attenzione sui seguenti argomenti:
1) l’approvazione di una legge che sancisca l’equo e definitivo indennizzo per i beni degli esuli in Istria, Fiume e Dalmazia con i quali lo Stato italiano ha pagato alla ex Jugoslavia i danni di guerra dovuti dall’intero Paese. E’ l’aspettativa più sentita dalla stragrande maggioranza degli esuli;
2) la denuncia del Trattato di Roma tra Italia e Jugoslavia e la restituzione dei beni ai profughi ancora nella disponibilità degli Stati di Slovenia e Croazia oltre alla non discriminazione delle legislazioni interne di questi Paesi nei confronti dei cittadini italiani;
3) problematiche in materia di anagrafe, documenti di identità, patenti, tessere sanitarie, posizioni pensionistiche, codici fiscali, dati gli ancora numerosi casi di alterazione dei luoghi di nascita degli esuli,
4) l’approvazione di una legge permanente a favore delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati in Italia, per la tutela del patrimonio storico, artistico e delle tradizioni culturali italiane;
5) l’approvazione di una legge permanente a favore delle attività delle Comunità degli Italiani nell’ex Jugoslavia;
6) la salvaguardia per le tombe e monumenti civili con scritte in lingua italiana in Istria, Fiume e Dalmazia;
7) la soluzione alle problematiche ancora in sospeso con riguardo al settore delle Case Popolari;
8) l’approvazione di una legge sulla cittadinanza da estendere alle persone di nazionalità italiana residenti nei comuni della Dalmazia, che non appartenevano all’Italia al momento del Trattato di Pace del 1947. La rinascita delle comunità italiane in Croazia, Slovenia e Dalmazia meridionale si è rivelata uno strumento essenziale di presenza italiana e di collaborazione culturale con gli enti locali e le università croate, slovene e montenegrine.
La soluzione delle problematiche sopra evidenziate consentirebbe finalmente di chiudere quel contenzioso che addolora il nostro popolo che si sente ancora poco e male considerato non avendo dopo tanti anni ancora ottenuto quelli che ritiene i suoi giusti diritti.
Le richieste sono state avanzate al PDL di Berlusconi, al PD di Veltroni, all'UDC di Casini, a La Destra della Santanchè, a La Sinistra L'Arcobaleno di Bertinotti, al Partito Socialista di Boselli.