Spiega Mieli nel suo saggio, ricchissimo di rievocazioni, che il modo spregiudicato con cui viene manipolata la realtà storica allo scopo di demonizzare o riabilitare ciò che non dovrebbe neppure essere messo in discussione è l’attitudine propria di chi si dedica allo studio del passato in maniera “selettiva” con l’obiettivo di “reinventarlo”. E, dunque, non per acquisire elementi realmente nuovi apportatori di acquisizioni tali da mutare il giudizio su eventi minuscoli o epocali (compito del vero ed onesto storico), ma per asseverare verità di parte, ideologiche insomma (come è stato per la tragica vicenda delle foibe, tanto per capirci), in grado – se applicata all’attualità – di influenzare perfino i giudizi che maturano nelle aule dei tribunali.
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