«El mar de Piran», la ricca ed eterogenea
realtà secolare della città di San Giorgio
Il periodico “Lasa Pur Dir”, nato nel 1976 grazie all’iniziativa di alcuni connazionali e pubblicato dalla Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, si annovera tra le iniziative culturali – cosiddette non professionali – di maggiore importanza nell’ambito della Comunità Nazionale Italiana e non solo. Il primo numero di tale pubblicazione, uscito tre decenni or sono, si era proposto di indagare, di illustrare e di riportare all’attenzione pubblica la storia, la cultura, le tradizioni e il vernacolo di Pirano, iniziando così un’opera di valorizzazione del retaggio storico nonché della cultura materiale e immateriale, rammentando la ricca ed eterogenea realtà secolare della città di San Giorgio e del territorio contermine. Numero dopo numero il periodico si arricchì di contenuti concernenti il passato ed il presente piranese, estendendo la collaborazione a un numero sempre più nutrito di persone. I volumi del “Lasa Pur Dir” racchiudono una ricca messe di informazioni e di spunti relativi all’area piranese. Negli ultimi anni la linea redazionale del periodico è mutata: dalle edizioni miscellanee si è deciso di presentare volumi monografici di singoli autori oppure opere collettanee.
Città in «meso a l’onde. Come spinta da un martel»
Per ricordare degnamente questi trent’anni il sodalizio piranese, su iniziativa di Ondina Lusa, instancabile e storico caporedattore, che ha coordinato e in grande parte curato l’edizione, ha deciso di dare alle stampe un volume incentrato sul rapporto di Pirano con il mare, “El mar de Piran” appunto, una realizzazione lodevole che, come il precedente “El sal de Piran”, lascerà indubbiamente un segno. Il volume riccamente illustrato e con un nutrito numero di contributi, ha visto la collaborazione di quarantasei persone! Si tratta di un libro dedicato completamente al mare, ai suoi molteplici aspetti; gli scritti pertanto affrontano argomenti molto eterogenei: dalla pesca alle tradizioni, dalla storia alle varie attività economiche, dalla culinaria alla biologia marina, dagli sport al dialetto, insomma il tomo propone aspetti che potranno interessare un gran numero di lettori.
Il rapporto della città di San Giorgio con il mare è un aspetto imprescindibile, la cittadina è sorta e si è sviluppata sul mare e grazie al mare. Nel corso dei secoli si giungeva e si abbandonava la patria di Tartini quasi esclusivamente attraverso le acque adriatiche, e la costa istriana commerciava ed aveva rapporti con Trieste proprio attraverso i collegamenti via mare. Le saline e la produzione del bianco cristallo, la pesca, i trasporti, gli squeri, il turismo, le cure termali, la fiorente agricoltura, ecc., sono soltanto alcuni dei settori intimamente legati al mare, che giovarono non poco allo sviluppo economico ed al benessere di questo territorio istriano. Il volume dato alle stampe per rammentare l’importante anniversario si sofferma proprio su tali aspetti, proponendo le singole tessere che compongono quel mosaico che potremmo definire della civiltà del mare. “Viva Piran in meso a l’onde / Come spinta da un martel” così inizia la nota melodia, scritta da Dino Vatta nel 1895 e conosciuta ai più come “Canzone piranese” o “Va Piran”, che rappresenta ottimamente la posizione di Pirano, il cui promontorio si protende in direzione del mare come la prora di una nave. Il mare, quella finestra aperta sul mondo come si suole dire, ha contrassegnato la storia e l’evoluzione della città di Tartini. Le notevoli quantità di sale prodotto nei bacini di cristallizzazione del suo territorio contribuì al benessere generale della cittadinanza, e un detto, non per nulla, recita che il centro urbano si è sviluppato proprio grazie all’“oro bianco”. Il comune istriano, inoltre, si trovava all’interno di una rete di rapporti tra le opposte sponde adriatiche che, oltre ai commerci, interessavano la cultura, l’arte e la circolazione delle idee. Il patrimonio artistico tuttora presente in loco, come pure le opere un tempo ubicate negli edifici sacri della cittadina, il più delle volte giunse a destinazione su delle imbarcazioni, magari quelle stesse che trasportavano granaglie ed altri prodotti, e una volta liberato il contenuto caricavano il sale, il vino e l’olio d’oliva.
Le pagine dell’opera sono di particolare importanza anche perché racchiudono i segni tangibili della piranesità, vale a dire la parlata dialettale con il suo ricco ed eterogeneo tesoro rappresentato dalla terminologia specifica dei pescatori, dai detti e modi di dire, dai proverbi ai lavori di un tempo, oggi, purtroppo, in buona parte dimenticati.
Evidenziamo altresì che negli ultimi due lustri il “Lasa Pur Dir” si avvale della collaborazione dei piranesi esuli che, grazie al loro contributo, arricchiscono siffatte pubblicazioni. E anche ne “El mar de Piran” tale collaborazione è stata riconfermata ed ha coinvolto coloro che studiano e custodiscono la storia e la memoria di Pirano lontano dalla città d’origine. Nel licenziare il volume vogliamo evidenziare l’importanza di questi rapporti culturali, perché permettono di lavorare insieme e di presentare dei prodotti editoriali più completi, frutto dell’impegno e della sinergia delle due anime che la storia aveva diviso, e che oggi si spera possano intraprendere la strada di una seria collaborazione in campo culturale, che possa rappresentare una risposta a quel pressapochismo che, purtroppo, è sempre più presente quando si parla delle nostre terre, a prescindere dalle questioni affontate, e che non tiene conto affatto delle peculiarità e delle caratteristiche tipiche di una regione, i cui segni tangibili si riscontrano nel vernacolo, nelle tradizioni, nella storia in senso lato, nella vita materiale ed immateriale. Sottolineamo altresì che il “Lasa Pur Dir” è la testimonianza tangibile della vitalità della componente italiana piranese, nel cui discorso culturale ha deciso di far partecipi anche alcuni studiosi della maggioranza, per poter analizzare serenamente Pirano nelle sue più svariate sfaccettature, ottenendo così un volume di notevole valore intrinseco che, auspichiamo, potrà stimolare ulteriori approfondimenti.
Kristjan Knez