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La Voce del Popolo – 20.05.08 – Marinai adriatici alla scoperta dell’Artico

 FIUME – Ci arrivarono prima dei mitici Fridtjof Nansen e Robert Edwin Peary, esplorando l’Artico sotto la bandiera austro-ungarica di Sua Maestà, l’imperatore Francesco Giuseppe, a cui fu dedicata la Terra scoperta (ma siccome la spedizione era sponsorizzata privatamente, e non ufficialmente, queste isole non divennero mai parte dell’Austria). Sono i marinai dell’Adriatico – dalmati, istriani, del Quarnero –, che insieme con i cacciatori sudtirolesi, formarono Österreichisch-ungarische Nordpol-Expedition, comandata dal tedesco, ma triestino d’adozione, tenente di vascello Carl Weyprecht. Per novecento giorni, dal 1872 al 1874, a bordo della nave “Admiral Wilhelm von Tegetthoff”, viaggiarono ai confini del mondo, portando alla creazione delle prime stazioni scientifiche intorno ai Poli. Ora, nel 125.esimo anniversario del varo del progetto, con la comunità scientifica di tutto il mondo (63 i paesi coinvolti) impegnata nell’Anno Polare Internazionale 2007 – 2008, l’Archivio di Stato e la Società croato-austriaca di Fiume dedicano alla straordinaria impresa una mostra organizzata nell’ex villa arciducale, ideata e progettata da Miljenko Smokvina. L’allestimento, con il titolo “Marinai dell’Adriatico all’Artico”, sarà in visione fino al 12 giugno 2008.
Attraverso immagini e documenti, le vicende della Spedizione Polare Austro-Ungarica vengono narrate con ritmo coinvolgente e ci restituiscono un’epoca di scoperte, di avventura e soprattutto di grande entusiasmo. La mostra vuole essere una testimonianza del grande valore dei marinai “adriatici”, istriani, dalmati, quarneroli, che tra i ghiacci dell’Artico si comportarono da veri eroi e senza i quali l’impresa dell’equipaggio del “Tegethoff” – a bordo del quale si parlano ben nove lingue, oltre a inglese, francese e tedesco, il latino, l’ungherese, i dialetti della Dalmazia, il tirolese, forse il rumeno – non avrebbe avuto successo, come rilevano i promotori della mostra.
Il piroscafo fu progettato e costruito per l’esplorazione del Mare Polare, con una scorta di cibo e carbone sufficiente a durare per tre anni, e dotato di una ciurma internazionale di 23 marinai arruolati un po’ da tutte le province dell’impero, la metà però – ben dodici uomini – proveniente dalle nostre terre. A Pola, Weyprecht si scelse come sottoufficiali il Latković di Albona, il Fallesic di Buccari e lo Zaninovic di Lesina (Hvar); gli altri furono imbarcati da suo amico, il capitano di fregata Heinrich von Littrow, ispettore marittimo a Fiume. Tra gli altri, von Littrov (che ha descritto il viaggio in due volumi, pubblicati nella tipografia di Emidio Mohovich a Fiume, ma il quale ci ha lasciato anche “Fiume e dintorni nel 1884”, la prima guida illustrata della Terra di San Vito) scelse il Lusina di Cherso, il Cattarinic di Lussinpiccolo, lo Stiglic di Buccari, e poi il Lettis, lo Succich di Volosca, Il Palmic di Laurana, il Marolla di Fiume, il Vezerina di Draga e il Lukinovic di Brazza. Ne conosciamo solo i cognomi, come riportato nell’elenco dell’equipaggio (vi figurano ancora Pospischil, Haller, Klotz e Scarpa). Si riunirono a Pola, da dove si diressero prima Vienna (attraverso Trieste), poi alla metà giugno del 1872, da Bremenshaven, salparono dopo una breve sosta in Norvegia per completare l’attrezzatura. Il 13 luglio abbandonò l’Europa e la terraferma. Scoperto un insieme di isole, la futura Terra di Francesco Giuseppe, a uno degli isolotti verrà dato il nome di Fiume.
Il giornale fiumano “La Bilancia” seguì con dovizia di particolari l’evolversi della spedizione, riportando, tra l’altro, il telegramma inviato ai marinai al de Littrow, prima della partenza : “Noi tutti componenti del ‘Tegetthoff’ vi salutiamo. Siamo in tutto contenti più che mai credevamo. Ieri prestammo giuramento. Spargeremo sino all’ultima goccia di sangue per il nostro grande e buon comandante Weyprecht. Accettate i nostri saluti e ringraziamenti. Evviva il Quarnero ed i Quarneroli.”, firmato semplicemente l’Equipaggio. Ad arricchire la mostra – realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura croato – Ufficio per gli scambi culturali internazionali – , una serie di opere dell’artista fiumano Branko Lenić dal titolo “Hommage alle spedizioni polari”.

Ilaria Rocchi-Rukavina

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