Nel recente spettacolo “Rumoroso silenzio”, scritto e diretto da Luca Andreini (regista bergamasco che ha appena compiuto 19 anni e che quest’anno farà la maturità al liceo), il dramma dell’esodo istriano viene raccontato anche attraverso il cibo. Che all’esule di Pola o di Rovigno, di Cittanova o di Umago, durante la dolente permanenza nel campo profughi di Padriciano (assurto a simbolo degli oltre cento campi profughi allestiti nel 1947 in tutta la penisola per raccogliere i 350.000 esuli istriani e dalmati), richiama sensazioni stordenti.
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