ROMA\ aise\ – Nella seduta di ieri, Antonio Borghesi (Idv) ha
presentato una interrogazione al Ministro degli Esteri, Franco Frattini, per
chiedere al Governo misure per "garantire l'identità italiana" del piccolo
Comune di Resia, sito in provincia di Udine, dove circa 1000 abitanti hanno
sentito la necessità di firmare una petizione tesa a dichiarare che loro non
sono sloveni, ma italiani ed a chiedere al Comune un referendum sulla
questione.
"Il Comune di Resia – spiega Borghesi – si trova in provincia di Udine
al confine con la Slovenia; la minoranza etnica di Resia, non ancora
ufficialmente riconosciuta, da oltre 15 secoli condivide la storia e tutte
le vicende del Friuli e della penisola. La vallata dove vive la minoranza,
si trova nell'estremo nord est del Friuli; Resia ha una sua lingua,
tradizioni, cultura antichissime e uniche; è abitata da una minoranza
autoctona di ceppo protoslavo proveniente anticamente dall'altopiano
sarmatico, a cavallo tra il mar Caspio e il lago d'Aral; la particolare
posizione geografica del Comune di Resia a cavallo del confine, ha reso
possibile una sorta di tentativo di assimilazione della popolazione da parte
di un paese confinante sloveno; il fatto tuttavia di essere di origine
protoslava – sottolinea Borghesi – non significa essere per forza sloveni".
"Tale fatto – prosegue – ha indotto taluno ad organizzare una raccolta
di firme su una petizione tesa a dichiarare che gli abitanti di Resia non
sono sloveni, ma italiani ed a chiedere al Comune un referendum sulla
questione; tale petizione è stata sottoscritta da oltre 1000 persone su
circa 1200 abitanti; a Resia oggi non vi è un solo cittadino di nazionalità
slovena e i resiani neppure si comprendono con gli sloveni; ciò nonostante –
denuncia il deputato – il Sindaco del paese ha pubblicamente dichiarato che
il 95% dei resiani sono sloveni e l'Amministrazione comunale finanzia corsi
di sloveno per i dipendenti comunali", un comportamento, per Borghesi, "in
contrasto con il giuramento di fedeltà alla Costituzione della Repubblica
italiana".
Ma non è finita qua: "un Consigliere comunale, capogruppo di una lista
civica di minoranza, ed iscritto ad Italia dei Valori, è stato tra i
promotori dell'iniziativa e da quel momento è stato oggetto di vessazioni,
intimidazioni, isolamento e persino dell'apertura della corrispondenza a lui
indirizzata; tra l'altro ha subito violazioni di domicilio durante le quali
sono stati distrutti beni personali dell'interessato, furto di indumenti
nonché lo sfregio ad una fotografia dove lo stesso veniva ritratto con il
leader di Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Altri episodi significativi
di cui è stato oggetto il Consigliere comunale sono stati l'avvelenamento
dell'orto e lo spargimento di escrementi umani e animali sull'ingresso
dell'abitazione nonché il getto di carogne di animali nei pressi della
stessa; di tutti i fatti sopra riportati – precisa Borghesi nell'interrogazione
– il Consigliere in questione ha fatto denuncia alla Polizia di Stato –
Commissariato di Pubblica Sicurezza di Tolmezzo nonché esposti alla Procura
della Repubblica presso il medesimo Tribunale; allo stesso modo il
Consigliere in questione è stato pure oggetto di violazione del segreto
postale, fatto anch'esso denunciato alle competenti autorità"..
Se questa è la situazione, Borghesi chiede a Frattini "che cosa
intenda fare per garantire l'identità italiana di questo piccolo Comune" e
per "garantire la sicurezza del Consigliere comunale in questione di fronte
ai ripetuti atti di intimidazione di cui è stato oggetto". (aise)