Una bella giornata di sole, magari un sabato. La decisione di farsi una gita in mare, magari a Rovigno o a Pirano. Perché allora non approfittare del collegamento che la Ustica Lines effettua ogni giorno appunto tra Trieste, Pirano, Parenzo e Rovigno? Gli orari di partenza dal Molo IV sono due, alle 8 e alle 16, con ritorno previsto alle 15.35 e alle 23.20. Solo che, secondo quanto denunciato da più di un viaggiatore, il servizio non è così perfetto come si vorrebbe.
Per provarlo, quale tassello di quanto i turisti oggi possono trovare nella nostra città, siamo andati a controllare di persona. Le cose prendono una cattiva piega fin dalla mattina. Arriviamo alla partenza con un quarto d’ora di anticipo, ma ecco il primo scoglio. Le impiegate, tutte cortesi ed efficienti, sono tre, ma la stampante è una sola, per cui è impossibile servire più di un utente alla volta. In più il macchinario si è rotto, e stampa per incomprensibili motivi due biglietti invece di uno, per cui si deve procedere all’annullamento del secondo. Intanto i minuti passano, e basta una coppia di turisti indecisa sulla destinazione per far scattare la lancetta dell’orologio oltre le otto, ora prevista per la partenza del traghetto. Alle occhiate nervose dei passeggeri, le addette alla biglietteria tranquillizzano: «Il comandante aspetta sempre noi per la partenza, perché sa dei problemi logistici». Il traghetto infatti parte una decina di minuti dopo l’orario previsto.Comunque sia, siamo a bordo. E proprio sulla dotazione interna si erano concentrate le maggiori critiche dei passeggeri, che si sono lamentati di sporcizia, vetustà delle strutture, mancanza di servizi. A parte la sporcizia, che non è nulla di più di quel che si trova in un normale traghetto di collegamento, tutto il resto corrisponde a verità.
L’esempio lampante è quello dei bagni. Ce n’è uno solo per l’intero traghetto, un minuscolo vano con un wc e un lavandino. E quest’ultimo nemmeno funziona: niente acqua, ma in compenso qualcuno dell’equipaggio, evidentemente mosso a compassione verso i passeggeri, ha provveduto a sistemare una bottiglia di acqua per lavarsi le mani. Solo che al primo viaggio, quello delle 8, è già vuota per tre quarti. Anche il servizio colazione, per cui la nave è attrezzata, è in realtà una chimera. A rappresentarlo, solo una moka casalinga e un fornelletto da campo in condizioni quanto mai precarie. Al quale, peraltro, nessuno dell’equipaggio si avvicina per l’intero viaggio.
I guai poi non finiscono quando si arriva a destinazione, nel nostro caso a Pirano. La biglietteria di Trieste provvede a rilasciare solo il ticket per il viaggio di andata. Per quello di ritorno viene consegnato un foglio «provvisorio». «Quando arriva a destinazione, cerchi l’ufficio turistico e si faccia rilasciare l’altro biglietto» ci spiegano a Trieste. Perciò, arrivati a destinazione, cerchiamo l’ufficio turistico e chiediamo del ticket. Peccato che l’impiegata non abbia idea di cosa fare, e insiste sul fatto che il biglietto valido sia quello già in nostro possesso. Alla fine, spiegandoci in inglese, riportiamo quanto riferitoci dalla biglietteria italiana. Pur perplessa, l’impiegata provvede a riportare nome e cognome su un ticket che provvede a rilasciarci, avvertendoci poi però che il traghetto in partenza alle 14,35 passa per Rovigno e Parenzo. Alla richiesta di maggiori informazioni, visto che sappiamo che non è così, si corregge e comunica che il viaggio è diretto. Al momento del ritorno, ad aspettarci è sempre la stessa imbarcazione dell’andata, con gli stessi disservizi.
Elena Orsi