L'AJA – In guerra i croati si comportavano come delle belve e tutti i popoli dei Balcani sono altrettanto maligni: per loro tutto è sempre legato alla vendetta. Questa dichiarazione è stata resa dall'ex ufficiale britannico per il collegamento Roland Dangerfield, al processo intentato all'Aja contro i tre generali croati. Il testimone ha in tal modo riassunto la sua esperienza durante il periodo in cui era stanziato in Bosnia ed Erzegovina e nella "krajina", nell'estate del 1995. Dangerfield ha sostenuto di aver visto, in quel periodo, “alcuni degli episodi più atroci della sua carriera militare”.
Entrando nei dettagli, Dangerfield ha descritto l'uccisione di alcuni civili serbi nel villaggio di Grubori (nei pressi di Knin), in cui è entrato il 28 agosto del 1995, dopo la fine dell'azione “Tempesta”. Il testimone ha dichiarato che “nell'aria aleggiava il puzzo di bruciato e le donne, piangenti, hanno spiegato che la notte precedente sono arrivati dei croati, i quali hanno incendiato il villaggio e brutalmente ucciso sia gli uomini sia gli animali domestici”. Per rafforzare la sua testimonianza ha raccontato di essere entrato in una delle case: in essa avrebe trovato due uomini impiccati, di cui uno era prima stato sgozzato.
Nel controinterrogatorio gli avvocati difensori hanno chiesto al teste se si aspettava il fallimento delle trattative inerenti al piano Z4 e la continuazione della guerra in Croazia, al che Dangerfield ha risposto affermativamente, aggiungendo: “È per questo che sono entrato nell'esercito e non nelle missioni di pace dell'ONU. Ho passato 16 anni nell'esercito, mi addestravo alla guerra”.