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A Gorizia ”I nobili ragusei” di Darsa (Il Piccolo 29 lug)

GORIZIA A cinquecento anni dalla nascita del drammaturgo dalmata Marin Držic (Marino Darsa, 1508-1567), il Gruppo per il Dialetto di Gianfranco Saletta mette in scena stasera al Castello di Gorizia una commedia che manca dal palcoscenico da quarant’anni: «I nobili Ragusei» (Dundo Maroje). Fu infatti rappresentata per l’ultima volta nella stagione 1969/1970 al Politeama Rossetti. Per inaugurare la nuova stagione teatrale, il regista e attore goriziano ha scelto l’opera rinascimentale di Darsa, ritrascritta in italiano da Lino Carpinteri e Mariano Faraguna, i quali hanno mantenuto i connotati della versione originale, ridotta e adattata da Giorgio Amodeo. «I nobili Ragusei» narra le vicende di Barba Maroje, mercante di Dubrovnik, che manda il figlio Maro a Firenze a comperare delle stoffe per farne del commercio in Oriente. Ma il figlio invece di dirigersi a Firenze va Venezia dove inizia a sperperare in divertimenti il denaro del padre, che è così costretto a raggiungerlo, per tentare di recuperare il patrimonio. Giunge a Venezia travestita da uomo anche Piera, promessa a Maro, che nel frattempo se la spassa piacevolmente con la cortigiana Laura. Numerose sono le disavventure e i problemi che i personaggi devono risolvere, fino alla tradizionale ricomposizione familiare e all’immancabile lieto fine. Darsa scrisse questa commedia nel 1551, dopo aver trascorso un lungo periodo in Italia, a Siena, dove fu prima studente e successivamente, nel 1541, Rettore della Sapienza. Ritornò, non più tardi del 1545, nella città natìa, dove lo attese il fallimento finanziario della famiglia, e un ambiente mercantile raguseo non ancora abbastanza ricco per porre in cima alle proprie preoccupazioni le belle arti.
Incompreso da parte dell’invidioso ambiente aristocratico raguseo, Darsa reagì e rimbeccò con sarcasmo i suoi nemici e da questo scontro ebbe origine la sua commedia più famosa, «Dundo Maroje», e il suo prologo. In modo arguto e spassoso lo scrittore impartì ai letterati nemici una vera lezione sull’arte teatrale, beffandosi allo stesso tempo, entro i limiti concessi, dell’onnipotente oligarchia cittadina. Il linguaggio di cui si servì e le maschere cui ricorse erano naturalmente a doppio senso e perciò difficilmente comprensibili anche per coloro ai quali i colpi di freccia erano destinati. Darsa a oggi è considerato il primo scrittore dalmata con sensibilità moderna. Le sue commedie figurano tra le migliori della letteratura europea, di forte vitalità, celebrano l’amore, la libertà e la sincerità, deridono l’avarizia, l’egoismo e la piccola tirannia sia all’interno della famiglia che dello Stato. L’opera, che avrà la sua prima questa sera alle 21, viene rappresentata nel Cortile dei Lanzi del Castello di Gorizia, in replica domani 30 luglio, e dall’1 al 3 agosto, per poi chiudere al Castello di Kromberk in Slovenia, il 4 agosto. Lo spettacolo è gratuito con prenotazione obbligatoria, che può essere effettuata presso la Libreria Antonini di Gorizia, alla cifra simbolica di un euro.
Cristina Feresin

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