Le comunità giuliano-dalmate hanno perso un’amica, una conterranea, un alfiere della moda italiana nel mondo.
Maria Grazia Nutrizio non solo era nata a Traù, cittadina antichissima della costa dalmata, fondata dai greci e abitata per secoli da veneto-dalmati, amanti dell’arte e della cultura, ma dalmata si sentiva.
E ancor prima italiana, perchè la sua famiglia aveva lasciato la Dalmazia con il primo esodo di migliaia di italiani all’inizio degli anni Venti, dopo il crollo del multietnico impero austroungarico e l’assegnazione alla ex-Iugoslavia di gran parte della regione dalmata.
Veniva da una nobile famiglia di quel patriziato che aveva retto per secoli i liberi comuni della Dalmazia.
Come tanti altri dalmati ha dato all’Italia il contributo della sua inventiva, della sua sobrietà, della sua fantasia creativa. Era sorella di Nino Nutrizio, uno dei più noti e stimati giornalisti italiani del secondo dopoguerra, che continuava la grande tradizione del giornalismo dalmato, da Arturo Colautti a Enzo Bettiza.
Lucio Toth