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Sommario del numero di Ottobre 2004

"Difesa Adriatica", anno X, n. 9, ottobre 2004

In questo numero:

La prima pagina del numero di ottobre 2004 è aperta da una fotografia di quel mese del 1954, quando la popolazione di Trieste, il giorno 5, seppe di essere finalmente stata restituita all’Italia, dopo i tremendi 40 giorni di occupazione da parte dei partigiani di Tito, nel 1945, e i nove anni di amministrazione anglo-americana. Il commento è affidato a Giuseppe de Vergottini, ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Bologna, che firma il ‘fondo’ dal titolo Le ferite aperte della “questione giuliana”, una riflessione sul significato che ebbe il ritorno del capoluogo giuliano alla Madrepatria in relazione alla perdita dell’Istria, di Fiume e di Zara, sancita dal trattato di pace del 1947.
Si legge, tra l’altro, nell’articolo: «Regolamento di conti brutale di cui sono stati vittime le popolazioni civili, esodo, rancori ed amarezze, hanno segnato il destino di migliaia di famiglie comprese quelle che decisero o furono costrette a rimanere in una regione desertificata dalla migrazione di quasi tutta la popolazione italiana. […] Gli esuli hanno compreso di dover subire la ragion di stato ma non hanno accettato la loro emarginazione nell’ambito della comunità nazionale nel momento in cui si aspettavano un riconoscimento forte per le sofferenze subite e per l’aver pagato per tutti il conto delle follie della guerra». Guardando al presente e alle prospettive future il prof. de Vergottini auspica «un franco dibattito storiografico che consenta di parlare senza reticenze su tutti i fronti di ciò che è successo in un recente passato non è ancora iniziato in Slovenia e Croazia, impedendo di superare reticenze, luoghi comuni, vere e proprie falsificazioni e rendendo quindi impossibile o estremamente problematica la creazione di un clima di comprensione ed integrazione che, a parole, dovrebbe fra da sfondo al processo di avvicinamento fare popoli e culture».
Alla pagina 1 è pubblicata anche la notizia del primo “Giorno del Ricordo” istituzionale, dopo l’approvazione della legge che lo istituisce, avrà luogo a Torino nella settimana intorno al 10 febbraio 2005. La proposta, avanzata alla Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, dalla Regione Piemonte, dalla Provincia e al Comune di Torino scaturisce dalla considerazione che «Torino, capitale del Risorgimento e riferimento culturale e politico del processo che ha trasformato l’Italia in Nazione, […] sia la candidata naturale ad ospitare una celebrazione voluta dal Parlamento per onorare una comunità di italiani che hanno pagato un prezzo altissimo proprio in quanto ‘italiani’».
La prima pagina è chiusa dal comunicato stampa della Federazione delle Associazioni sul confronto tra Italia e Croazia sulle restituzioni dei beni espropriati ai cittadini italiani: «no a trattative che ignorino i diritti degli esuli» ammonisce la Federazione, che si dichiara pronta «ad offrire al Governo una nuova piattaforma di proposte risolutive sul problema dei beni». Al contempo, con un altro comunicato, l’Esecutivo federale conferma la fiducia al Presidente Guido Brazzoduro, la cui linea era stata precedentemente contestata: si ricompone così una frattura pericolosa per l’unitarietà degli intenti in un momento particolarmente delicato per le questioni di maggiore interesse.
La rubrica Fatti e commenti ospita un articolo di Giorgio Di Giuseppe Scrivere una tesi sulla “questione giuliana”, una analisi delle difficoltà di reperimento di documentazione incontrate dallo studente per scrivere la sua tesi di laurea.
La terza pagina di cultura ospita due notizie su Niccolò Tommaseo, il grande scrittore e lessicografo nativo di Selenico, del quale è pubblicato in Cd-rom lo storico Dizionario della lingua italiana. Completano la rubrica Cultura e libri due recensioni a cura di G. Salotti e la nota sul Fondo Istria, Fiume e Dalmazia della Biblioteca Civica di Firenze, del quale sta uscendo in queste settimane il catalogo aggiornato.
La pagina 4 è, come sempre, aperta dall’intervento del consulente legale dell’Anvgd, avv. Andreicich, che questa volta interviene sul tema Qualifica di profugo: i casi in cui si può ancora richiederla. Da segnalare anche l’intervento del Segretario nazionale, Oliviero Zoia, sul caso-pilota di una Asl di Roma che ha recepito, adeguandovi il suo sistema informatico, la normativa relativa alla indicazione, sui documenti dei profughi, del solo luogo di nascita. Nell’articolo, che riveste particolare importanza, si ricorda che l’Istat ha prodotto nel 1999 un elenco dei 124 Comuni ceduti all’ex Jugoslavia e che deve costituire la base-dati per tutte le amministrazioni pubbliche quando emette un documento personale del profugo.
Due importanti Raduni nazionali si sono svolti nel mese di settembre, quello degli esuli da Fiume e da zara. Il primo, svoltosi a Ronchi dei Legionari il 25 e 26 settembre, ha visto ospiti il Console generale d’Italia a Fiume, Roberto Pietrosanto, e il presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Alessandro Lekovic. Al Raduno dei dalmati, svoltosi invece a Senigallia, era presente il Vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, del quale è riprodotto integralmente l’intervento.
Sempre ricche le pagine della rubrica Dai Comitati. Alla pagina 6 le cronache dalle sezioni di Brescia, Sassari, Verona e Roma. Nella pagina 7 si è voluto riprodurre la relazione tenuta su iniziativa del Comitato di Roma da Donatella Schürzel, il 1° ottobre 2004 nella sede romana delle Assicurazioni Generali, su Dante, la Divina Commedia e l’Istria: i luoghi e il canto dell’esilio. Introdotta dal prof. Giuseppe Parlato, ordinario di storia nell’Università S. Pio V, la relatrice ha disegnato il profilo del Dante ‘esule’ per quanto documentato storicamente o deducbile dalle fonti letterarie.
All’esodo dall’Istria nel 1954 era dedicato un articolo del “Corriere della Sera” del 4 ottobre a firma di Gian Antonio Stella, che è riprodotto alla pagina 8 di “Difesa”. La pagina successiva richiama una più ampia serie di corrispondenze e di commenti usciti sulla stampa nazionale in merito ai cinquant’anni del ritorno di Trieste all’Italia e all’esodo dalla Venezia Giulia.
Adriatico veneziano, la prima impresa dalmatica del doge – a pagina 10 – riproduce un breve estratto dal voluminoso e pregevole libro di Luigi Tomaz In Adriatico nell’antichità e nell’alto Medioevo, appena edito a cura del Comitato di Venezia dell’Anvgd. L’autore, noto studioso dell’italianità storica dell’Adriatico orientale, ricostruisce il lungo percorso della proiezione di Venezia verso l’Istria e la Dalmazia, iniziato nell’XI secolo.
Ad Amedeo Colella, pittore e scultore istriano di grande sensibilità e impegno, scomparso a Roma nel 1975, è dedicato il bel ritratto a tutto tondo firmato da Roberta Fidanzia alla pagina 11 nella rubrica Personaggi. Di Colella l’autrice ripercorre i momenti della formazione, divisa tra interesse per la poesia e per le arti figurative, e dell’impegno in seno all’associazionismo dei profughi. «La sua ricerca – annota Fidanzia – è anche ricerca dell’anima»: di una forte dimensione spirituale è intessuta infatti tutta la sua produzione artistica.
Notizie poco confortanti per il gruppo nazionale italiano in Slovenia, come si legge in questo numero di “Difesa Adriatica” che a pagina 12 riporta, tra l’altro, la notizia della protesta del Consiglio per le minoranze di Pola nei confronti della municipalità, accusata di non tenere nel dovuto conto le disposizioni per la rappresentanza garantita agli italiani negli organi statutari cittadini.

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