ANVGD_cover-post-no-img

Francamente: la Democrazia (Voce del Popolo 25 set)

di Franco Juri

In media ogni quattro anni i paesi democratici decidono, con il voto degli elettori maggiorenni, chi deve guidare il paese nel prossimo mandato legislativo. Ci sono democrazie e democrazie, ognuna ha qualche peculiarità. Alcune offrono strumentari di controllo e di verifica che mantengono un governo e un parlamento sotto l'occhio vigile della cittadinanza e dei rami del potere svincolati da quello legislativo. Altre sono un tantino più rilassate e nei quattro anni di delega democratica permettono che ci siano strane commistioni tra poteri e magari anche che i media, teorici garanti di un'informazione al servizio della società, operino secondo logiche più o meno suddite o mercenarie. Nel corso della campagna elettorale, tanto per fare un esempio di come possa cadere in basso la denigrazione mediatica degli avversari politici, ho letto su un giornalaccio fatto di articoli di autori anonimi, distribuito gratuitamente in tutto il paese e – segreto di Pulcinella – sponsorizzato dall'ex partito di potere, quello del premier uscente Janez Janša – persino che il mio cognome in Italia non esisterebbe e che la mia famiglia, certamente di cognome Jurić, sarebbe arrivata nel dopoguerra in Slovenia dal sud dei Balcani per mimetizzarsi tra gli italiani d'Istria e goderne i privilegi. Ho fatto, con i miei parenti stretti, una fragorosa risata, pensando con umana pena ai motivi di tanta meschinità in certa politica/spazzatura nostrana. In Slovenia, paese in transizione perpetua tra le due percezioni e prassi di democrazia prima descritte, la festa si è appena consumata. C'è stato un grande vincitore e c'è stato un grande sconfitto che però, come di sovente avviene in questi frangenti saturi di frustrazione, fa di tutto per dimostrare a se stesso e agli altri che tale – cioè sconfitto – non è e che la vittoria è in verità sua. Ed ecco la speranza infranta di vincere con i voti in volo dall'Argentina e dall'Australia, e poi la richiesta di una riconta dei voti e delle schede non valide. È l'ostruzionismo congenito di chi non vuol mollare e ammettere che l'elettorato ha scelto un cambiamento. Comunque tutto è legittimo, anche richiedere di ricontare i voti. Certo, in Slovenia abbiamo un sistema elettorale che, nella suddivisione per unità e circoscrizioni, avvantaggia i risultati relativi, cioè quelli basati sulle percentuali di ogni candidato. O – nel caso del seggio specifico – una maggioranza relativa, anche lontana quindi da quella assoluta. Comunque fin tanto che le regole del gioco sono queste i risultati sono del tutto legittimi, indiscutibili.

Avrete forse notato che rispetto al mio ultimo commento sulla Voce c'è una novità; un asterisco che svela la mia nuova identità post-elettorale. Da domenica 21 settembre sono infatti anch'io uno dei 90 eletti che rappresenteranno, alla Camera di Stato slovena, la volontà popolare e le aspettative degli elettori. È per me un grande onore e un grande impegno. I miei elettori, evidentemente, non mi hanno considerato troppo anziano per svolgere un lavoro del genere. Mi hanno delegato una responsabilità che è tutt'altro che indifferente. Ora tocca a noi, deputati liberamente eletti, dimostrare che la politica può e dev'essere ben altra cosa che la sporca immagine, fatta di clientelismo, privilegi, inciuci e opportunismo, che sfila così di sovente davanti agli occhi della pubblica opinione. Che esiste – per dirla con l'amico Marino Vocci che non ha esitato a esprimermi il suo appoggio pubblico – anche una bella politica, quella che guarda al bene pubblico e ne afferma le istanze. Personalmente credo nella necessità di una autolimitazione della politica, anche di quella dei deputati. Sono dell'opinione che anche i mandati parlamenentari consecutivi – come quelli dei presidenti eletti – vadano limitati per legge e non dovrebbero essere più di due. Rientrare ogni tanto nella vita reale, nella vita civile, fatta di lavoro e di problemi, senza privilegi, fa bene, è igienico, tempra la creatività e l'istinto umano della solidarietà. Lo dico con una certa cognizione di causa, visto che il parlamentare lo feci – gratuitamente! – nel primo parlamento democratico e poi abbandonai, per mia scelta, la comoda e appagante diplomazia.

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.