IL SINDACO DI SAN DORLIGO SI SCUSA CON QUELLO DI TRIESTE
IL CASO
Striscione anti-Comune sui cartelli bilingui Dipiazza per protesta lascia la cerimonia all’inaugurazione della colonna restaurata
Doveva essere una mattinata di festa. Preludio alla oramai prossima inaugurazione della Grande viabilità triestina. Invece si è trasformata in un momento di polemica che ha coinvolto rappresentanti istituzionali, in primis il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.
Ieri, alle 11.30, era in programma una cerimonia in occasione della ricollocazione nel suo sito originario della colonna denominata «Fuga in Egitto». Il manufatto, nei pressi del numero civico 591 di strada di Fiume, ricorda l’apertura della strada che unisce la valle di Longera e la Val Rosandra: fu inaugurata nel 1816, data alla quale risale anche la realizzazione della colonna stessa. Spostata il 28 giugno di tre anni fa, a causa dell’inizio dei lavori della Grande viabilità triestina, e trasportata nel Giardino del capitano del Civico museo di storia e arte per essere restaurata, dopo decenni di esposizione alle intemperie la colonna da ieri è tornata al suo posto.
Un nutrito numero di residenti della zona ha però colto l’occasione per criticare l’amministrazione comunale di Trieste, rea secondo questo gruppo di «non aver provveduto a dotare la Grande viabilità, prossima all’inaugurazione, di cartelli bilingue, prevedendo solo quelli in lingua italiana». Per sottolineare la loro presa di posizione, i manifestanti hanno anche alzato uno striscione che ribadiva il concetto nel momento culminante della cerimonia.
Indispettito, Roberto Dipiazza, dopo aver ricordato che «la stele si trova all’interno del territorio comunale di Trieste, che ha provveduto anche al restauro della colonna, riportata alla sua bellezza originaria dai tecnici comunali», ha manifestato tutta la sua amarezza e la sua rabbia per l’accaduto. «In tanti anni trascorsi vestendo i panni di sindaco di Muggia dapprima e di Trieste poi, mi sembra di avere operato sulla strada della pacificazione e della cancellazione di antichi rancori. Se questo è l’atteggiamento di una parte della popolazione, che è e rimane comunque una minoranza – ha affermato con decisione – vorrà dire che ci irrigidiremo anche noi. Non sopporto la maleducazione – ha aggiunto Dipiazza – e stavolta mi sembra proprio che una parte degli intervenuti abbia violato le più elementari regole del rispetto delle persone e delle istituzioni. Non va dimenticato – ha concluso il sindaco di Trieste – che a questa cerimonia era invitato anche il vescovo di Trieste, monsignor Eugenio Ravignani».
Dipiazza ha abbandonato la sede della cerimonia. A nulla sono servite le parole di solidarietà espresse subito dopo da Fulvia Premolin, sindaco del Comune di Dolina-San Dorligo della Valle. Per Dipiazza «questo è un precedente che non dimenticherò e che caratterizzerà i miei atteggiamenti futuri nei confronti di chi manifesta in questa maniera». (u.s.)