La simpatia è certamente dalmata, lo spirito critico pure e ci potremmo anche aggiungere il talento. A Dario Fertilio, Giornalista del Corriere della Sera e autore di apprezzati saggi e romanzi, è stato assegnato il premio “Niccolò Tommaseo” al Raduno dei Dalmati svoltosi a Bellaria Igea Marittima.
Lui, nato a Modena, spiega che da parte di padre discende da un’antica famiglia dalmata dell’Isola di Brazza. Originari della località di Neresi, dal 1560 i Fertilio sono nominati nelle cronache locali; l’antenato Pietro Fertilio “ambasciator di popolo” è citato nel poema del dalmata Gerolamo Cavagnin composto intorno al 1700.
Il nonno paterno, Nicolò Fertilio, dopo aver terminato gli studi al liceo di Spalato ed all’Università a Vienna, scelse di esercitare la professione medica di otorinolaringoiatra a Trieste e in Dalmazia. La nonna paterna, Olga, era cugina del letterato jugoslavo Vladimir Nazor.
Fertilio cita alcuni titoli di volumi scritti dai suoi antenati alternando le frasi in italiano e perfetto croato con grande disinvoltura a testimonianza di quella apertura tutta dalmata di uomini avvezzi al contatto con l’altro in epoche in cui i nazionalismi non erano ancora quella realtà crudele che ha avvelenato tante anime.
Ma Fertilio vanta anche una linea di parentela con lo stesso Tommaseo in nome del quale il nonno paterno e la nonna Olga cugina di Nazor, vedevano convogliare in un unico filone di stima e gratitudine le loro preferenze “letterarie” e non solo.
Tanti i titoli che hanno segnato la carriera di Fertilio. Ora sta preparando un romanzo in brevi quadri sul terribile esperimento carcerario avvenuto in Romania fra il 1949 e il 1951, definito da Solgenitsin “il più grande atto di barbarie del novecento”. Probabilmente si intitolerà “Musica per lupi” ma lui non ne parla proiettato più ad ascoltare, in una sala gremita, i commenti e le affermazioni di tanti dalmati come lui che hanno voluto premiarlo nel nome di quell’esodo d’eccellenza che diventa sempre più fiore all’occhiello ma anche traguardo al quale tendere per ampliare le fila di un associazionismo che ha bisogno di nuovi valori.
E Fertlio, con le sue radici adriatiche, è soprattutto uomo del mondo. Tra le attività che lo “raccontano” anche quella di aver fondato, con l’ex capo dei dissidenti russi, Vladimir Bukovskij, i Comitati per le Libertà, un movimento che ha lo scopo di affermare i principi liberali e la democrazia diretta. Una delle iniziative è quella di celebrare il Memento Gulag, giornata della memoria per le vittime del comunismo, ogni 7 novembre.
E tutto ciò, a concludere, si ritrova siglato nella targa del premio, che gli è stata consegnata da Ottavio Missoni e sulla quale sta scritto: Dario Fertilio di famiglia dalmata della Brazza dal 1560, ribelle ad ogni potere ingiusto, ama la libertà di comunicare ed il coraggio di amare.
(rtg)