"Difesa Adriatica", anno X, n. 8, settembre 2004
Una notizia importante apre il numero di settembre del periodico dell’Associazione: la proroga e il rifinanziamento della Legge 72/2001 (tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia) sino al 2006, che consente di assumere iniziative utili alla conservazione ed alla divulgazione della memoria storica e delle tradizioni culturali delle regioni e delle città italiane cedute all’ex Jugoslavia nel 1947.
La prima pagina ospita anche la presa di posizione dell’Anvgd in merito all’associazione della Croazia nell’Ue espressa dal comunicato stampa emesso dall’Esecutivo nazionale del 16 luglio. Il documento, firmato dal Presidente nazionale Lucio Toth, richiama l’attenzione sulle trattative bilaterali tra Italia e Croazia attualmente in corso in tema di restituzione dei beni confiscati agli italiani e stigmatizza l’inerzia di «Governo e Parlamento [che] nulla hanno previsto per risolvere definitivamente sul lato interno il problema di un equo indennizzo dei beni da parte dello Stato italiano, malgrado il carattere di diritto soggettivo di tale aspettativa».
“Difesa Adriatica” registra anche la tensione maturata in seno alla Federazione delle Associazioni in relazione ai lavori della Commissione mista italo-croata sulle restituzioni, che una parte della Federazione ritiene insufficiente e improduttiva e reclama l’intervento diretto dell’Esecutivo. Nel confronto tra le parti interviene il Presidente dell’Anvgd, Toth, che rileva come «non è coltivando aspettative irrealistiche e fuori dalla storia che si serve realmente» la causa degli esuli.<
La rubrica Fatti e Commenti, a pagina 2, registra le polemiche sollevate in Croazia, Serbia e Slovenia dalla fiction della Rai sulle foibe, girata in Montenegro. Il cuore nel pozzo, per la regia di Alberto Negrin, che andrà in onda presumibilmente il prossimo 10 febbraio, primo “Giorno del Ricordo” istituzionale, ha irritato la stampa e il mondo politico d’oltreconfine, che ha accusato il produttore di «falso storico»: segno del disagio che il giusto ricordo della pulizia etnica subita dagli italiani nella Venezia Giulia ad opera dei partigiani di Tito è ancora scomodo e intollerabile.
In questo numero è pubblicato il fac-simile della domanda che i congiunti degli infoibati possono presentare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per ottenere il riconoscimento previsto dalla Legge 30 marzo 2004, n. 92, per i famigliari delle vittime delle deportazioni, delle uccisioni e degli infoibamenti perpetrati dall’8 settembre 1944 al 10 febbraio 1947 in Istria, a Fiume e in Dalmazia. Il riconoscimento consiste in una targa in metallo con relativo diploma, che saranno consegnato nel corso di una cerimonia collettiva.
L’Istria di Lina Galli è il titolo del saggio di Giorgio Cavallini compreso nel numero 99-100 della rivista di letteratura “Resine” che “Difesa” riproduce in parte alla pagina 3. Quel numero di “Resine”, pregevole periodico animato dal prof. Stefano Verdino dell’Università di Verona, è interamente dedicato agli autori istriani e fiumani.
Domande di indennizzo, nessuna corsia preferenziale è il titolo dell’intervento dell’avv. Vipsania Andreicich a pagina 4. Nel suo articolo il legale chiarisce quali siano i criteri di esame delle domande di indennizzo per i “beni abbandonati” seguiti dal Ministero dell’Economia, che questa vola non prevede agevolazioni per categorie particolari (persone anziane, malate, ed altre).
La stessa pagina ospita un articolo di Fabio Rocchi, Un senso alla storia delle nostre associazioni, con il quale riassume le tappe salienti della ultradecennale attività dell’Anvgd in favore degli esuli giuliano-dalmati. Il contributo di Fabio Rocchi è suddiviso in voci («Case», «Pensioni», «Aziende», «Attività istituzionale», etc.) che rende agevole la lettura dei principali ambiti di intervento dell’Associazione dal 1947 ad oggi.
A pagina 5 è riprodotta parte di una lunga corrispondenza di Paolo Rumiz, apparsa nei mesi di luglio e agosto sul quotidiano “La Repubblica”, nel corso della quale il giornalista ha più volte occasione di ricordare la storia veneta ed italiana dell’Adriatico orientale.
La rubrica “Dai Comitati” pubblica, alle pagine 6 e 7, le cronache delle attività promosse e svolte dai Comitati dell’Anvgd: Varese, Latina, Treviso, Novara, Trento, L’Aquila e dalla Consulta Veneta. La pagina 7, in particolare, ospita una riflessione del Presidente onorario dell’Associazione, sen. Paolo Barbi, Ricordare il passato, costruire il futuro, nel quale il sen. Barbi auspica, tra l’altro, che dovuta attenzione sia dedicata all’«anima culturale-civile» del patrimonio storico e morale dell’Esodo, per creare una «nuova prospettiva alle finalità essenziali dell’Associazione», di trasmettere alle generazioni future la memoria del sacrificio delle genti istriane e dalmate.
Istria e Dalmazia nel carteggio Churcill-Mussolini è il contributo a carattere storico di Lucio Toth, Presidente nazionale dell’Anvgd, pubblicato a pagina 8. Sulla base della documentazione disponibile e di ipotesi verosimili l’Autore disegna il contesto nel quale i territori orientali si sarebbero trovati nel caso avessero avuto luogo i piani di sbarco – la cui esistenza è nota – degli alleati in Dalmazia nel 1944 e in Istria nel 1945.
Nella stessa pagina il lettore trova un’intervista a Guido Brazzoduro, Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli, sul tema restituzioni e Commissione mista. Come noto, è in corso un confronto tra Italia e Croazia sui beni espropriati ai cittadini italiani dopo la Seconda guerra mondiale: la Federazione, con le associazioni che ne fanno parte, chiede siano eliminate le discriminazioni che a tutt’oggi la legislazione croata sulle denazionalizzazioni esercita nei confronti degli stessi cittadini italiani. Il problema investe anche Lubiana, come si evince dall’articolo Quanto è europea la Slovenia. Il caso di un’eredità, che registra il caso di una signora italiana che ha ricorso a Strasburgo.
La pagina 9 pubblica, tra l’altro, il bando di concorso dei premi “Tacconi” per ricerche storiche sulla civiltà latina e veneta della Dalmazia, e di due borse di studio istituite dalla Famiglia Pisinota; la recensione di G. Salotti al volume di Oddone Talpo Lo stemma del Regno di Dalmazia e la notizia della costituzione di un comitato di esuli da Neresine.
Un contributo storico viene anche da Mario Dassovich con il suo articolo Duemila «monfalconesi» a Fiume e a Pola nel 1948; si segnalano anche la notizia della ricerca, da parte del Centro Wiesenthal di Zagabria, di almeno due criminali ustascia che vivrebbero in Croazia e della collocazione (seguita da rimozione ordinata dal governo) di una targa e di una statua in memoria di due esponenti del partito ustascia di Ante Pavelic, filonazista.
Un personaggio dello sport giuliano è Giovanni Raicevich, ricordato a Trieste nel corso di una manifestazione a lui dedicata (la cronaca apagina 11).
Tra le note dolorose si deve registrare la scomparsa, il 17 luglio 2004, di Mons. Antonio Vitale Bommarco, originario di Cherso, già arcivescovo di Gorizia dal 1983 al 1999, e di Ettore Mazzieri, un nome storico del giornalismo fiumano, spentosi nella sua città il 12 luglio scorso.