TRIESTE – Mentre si incrociano le dichiarazioni sulla necessità di sveltire le pratiche per la cittadinanza, la UIM continua la sua campagna di sensibilizzazione, ma anche di supporto per la riduzione dei tempi lunghi nella soluzione dei singoli casi. “È da tempo – afferma il presidente UIM Luigi Weber –, da prima della avvenuta approvazione della legge 124/2006 sulla cittadinanza italiana a favore dei connazionali di Slovenia e Croazia, che questa associazione è impegnata a fornire assistenza e consigli a tutti gli eventuali interessati specie per quel che concerne la ricerca della documentazione necessaria e alla possibile integrazione della stessa, in caso di difficoltà di reperimento, di documenti equipollenti”. L’elenco di tali possibilità è stato consegnato a tutti quelli che si sono rivolti, sia residenti in Slovenia e Croazia sia in Italia, alla UIM anche sulla base dei suggerimenti avuti dalla segreteria della commissione interministeriale del Ministero dell’Interno che esamina le domande presentate.
In particolare per quel che riguarda l’accertamento del requisito dell’essere di lingua e cultura italiane, specie per quel che riguarda l’ascendente avo (padre, nonno, bisnonno) che dà titolo al discendente (figlio, nipote) esso può essere basato, oltre alla dichiarazione della Comunità degli Italiani di appartenenza dalla quale deve risultare la data di iscrizione, sull’uso sia in famiglia che nei rapporti extra familiari della lingua italiana, il livello di notorietà alla appartenenza al gruppo nazionale italiano. Inoltre, è utile dimostrare che il coniuge, i figli, i nipoti, i parenti frequentano o hanno frequentato scuole italiane; di avere o avere avuto rapporti con istituzioni politiche e private italiane (di cultura, teatri, banche, mutui anche edilizi, iscrizioni e frequenza di circoli in Italia, abbonamenti a pubblicazioni italiane, corrispondenza personale inviata e/o ricevuta in italiano, qualsiasi altro documento ufficiale dichiarante la idoneità della italianità della famiglia del richiedente).
“Per quel che riguarda gli altri requisiti – aggiunge Weber –, ai fini della documentazione necessaria è senz’altro utile sottoscrivere una dichiarazione personale con la quale si attesta la volontà, presente e futura, proprie e della propria famiglia di avere e di voler essere riconosciuto di lingua, cultura e identità italiane”. Ci sono altri documenti equivalenti per la richiesta di cittadinanza italiana, vale a dire: foglio matricolare, passaporto, carte d’identità, documento dal quale risulti quando l’optante è divenuto cittadino jugoslavo e/o ha cessato di essere cittadino italiano, stato di famiglia dell’epoca, certificato di matrimonio, di battesimo, di cresima dell’epoca, di decesso dei famigliari anche rilasciati dalle parrocchie, e infine documenti dell’epoca attestanti compravendite, affitti, successioni, testamenti e simili. “Però di tutto quanto sopra esposto la UIM – conclude il presidente –, ha già informato in modo diretto e tramite i media tutti (quelli che hanno voluto darne notizia) ed ha anche sollecitato la direzione centrale del servizio cittadinanza del Ministero dell’Interno, da ultimo nell’incontro del 9 settembre ad emanare disposizioni in tele senso. Appare perciò strano che la questione sia ancora in piedi (vedi Il Piccolo e la Voce del 15 settembre) anche perché già in marzo risultava che il servizio cittadinanza del Ministero aveva assicurato ai rappresentanti dell’Unione Italiana che per quel che riguarda alcuni aspetti della necessaria documentazione si sta “arrivando a sviluppi che sicuramente alleggeriranno l’iter delle pratiche”. Confermando la volontà di Roma di rendere più rapida l’evasione delle pratiche”.
Rimane ancora aperto il dibattito sull’assistenza sanitaria. A tale proposito Weber riferisce che al momento è prevista per i connazionali in possesso della cittadinanza italiana la possibilità dell’assistenza ospedaliera in Italia per 90 giorni. Inoltre, il connazionale al quale è stata riconosciuta la cittadinanza italiana può chiedere il rilascio del passaporto, ma anche solo della carta di identità. (rtg)