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Trieste: l’Operetta a “La Bancarella”

L’operetta, Regina al Salone degli Incanti

Un ruolo da protagonista alla musica anche al Secondo Salone del Libro dell’Adriatico Orientale che quest’anno è dedicato agli incontri, le sinergie e le collaborazioni. Studi e ricerche hanno portato a tracciare delle coordinate tra date, eventi, ricorrenze.
Nasce da queste convergenze il concerto di giovedì 3 maggio che rappresenta una chicca anche per la città di Trieste.
A parlarne è il tenore Andrea Binetti che si esibirà con Gisella Sanvitale (soprano) e Federico Consoli al pianoforte. Titolo del concerto “L’operetta ad Abbazia: 1935-1938”.
“E’ la prima volta, credo, nella storia recente, che un concerto venga realizzato per ricordare un avvenimento, ovvero il Festival di Abbazia dal 1935 al 1938. Fu infatti il festival antesignano, seguito da quello dell’Operetta di Trieste. L’anno scorso, ho avuto la fortuna di cantare ad un gran galà di ritorno dell’Operetta ad Abbazia dopo 70 anni. Questo concerto triestino al Salone degli Incanti per tanto rappresenta una vera chicca per gli amanti del genere”.
Come si svolgerà?
“Ricorderemo l’epoca in cui si radunarono sulle rive del Carnaro, quindi ad Abbazia, le più grandi testate del tempo, i musicisti più acclamati, i maggiori giornalisti per un Festival che fece storia a furor di popolo, dove ovviamente c’era un brulicare di linguaggi, di idiomi, perché praticamente raccolse tutta l’Europa. E, fatto eccezionale, furono gli stessi compositori a dirigere le proprie opere. Così, il primo anno venne interamente dedicato al grande Franz Lehar, con “Federica”, “Giuditta” e “Il paese del sorriso”. Il secondo anno invece il Festival fu dedicato all’altro maestro ungherese Emeric Kalman, con titoli famosissimi, seguirono autori come Mascagni, come Von Abraham, come Benatzky, ed altri”.
Perché ebbe tanta importanza?
“Intanto per l’enorme affluenza di pubblico, per la presenza di Franz Lehar e per il debutto del suo tenore favorito, il prediletto Richard Tauber”.
Durante la serata saranno ricordati queste cronache del tempo?
“Certamente, canterò con Gisella Sanvitale, ci accompagnerà il pianista Federico Consoli, ma ci saranno anche delle letture o comunque delle testimonianze dell’epoca, tratte da alcune riviste che ho la fortuna di possedere, quindi in realtà sarà proprio una serata storica, in armonia con la bancarella che ha con la storia un rapporto particolare e che non abbiamo voluto rispettare”.
Quest’assenza di 70 anni, a che cosa va ascritta?
“Ancora una volta alla storia e al dissolversi di una società mistilingue. In realtà ci ha messo lo zampino anche l’impegno economico. L’operetta in genere come tutte le attività musicali o culturali vive grazie ai grossi finanziamenti, perché sono spettacoli sfarzosi dove c’è bisogno di grandi masse”.
Dove avete fatto questo concerto l’anno scorso?
“Proprio all’Arena di Abbazia, splendido teatro all’aperto in riva al mare, dove erano state presentate le operette dal ’35 al ’38 appunto”.
Il sei maggio chiuderete la manifestazione con un altro spettacolo, sempre operetta?
“Diciamo che saranno impegnati gli stessi artisti, in più avremo il supporto prezioso del Coro dei Madrigalisti di Trieste diretti dal maestro Fabio Nossal. Chiuderemo insieme questa settimana dedicata alla cultura e ai libri, prendendo spunto dalla conferenza conclusiva di Renzo de’Vidovich intitolata “Raccontare Suppè e gli altri”. Inizieremo il programma del concerto con un omaggio a Francesco Ermenegildo Ezechiele Demelli, vero nome, del musicista Franz Von Suppè, con alcuni brani tratti dalla “Bella Galatea”, dal celeberrimo “Boccaccio” e da “Flotte Bursche”. Altri piccoli omaggi andranno poi a Benatzky, compositore, oltre che coautore del celeberrimo “Al cavallino bianco””.
Un’altra ricorrenza da sottolineare.
“Quest’anno si ricordano i 50 anni dalla morte del compositore austriaco, tant’è vero che in ottobre rappresenterò la città, ad una sorta di omaggio di Trieste al “Cavallino Bianco”, albergo tuttora esistente in Austria. Termineremo la prima parte del concerto con Franz Lehar e la “Vedova allegra”, a cent’anni dalla sua rappresentazione a Trieste, che avvenne appunto nel 1907… E poi, a conclusione della bancarella, ci sarà un omaggio finale a sorpresa, che non posso anticipare. Posso dire soltanto che sarà imponente con la partecipazione del coro. Non mancate”.

Emanuela Masseria

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