BUIE La Giunta Esecutiva dell'Unione italiana ha espresso pieno sostegno alla redazione italiana di Radio Fiume per la gravissima offesa subita la settimana scorsa ad opera del conduttore della Redazione Croata Robert Ferlin, non primo a episodi del genere. Quest'ultimo, nel corso di una trasmissione in diretta, si era detto d'accordo con la lettera di un ascoltatore secondo il quale le trasmissioni in lingua italiana dovrebbero venir abolite «visto che non le ascoltano gli italiani in Italia mentre quelli che vivono in Croazia dovrebbero conoscere la lingua croata».
Secondo l' autore della lettera, in alternativa alla soppressione del programma italiano dell'emittente fiumana, si dovrebbero garantire programmi anche per le altre minoranze, altrimenti si assisterebbe a una grave discriminazione da parte della Radiotelevisione croata e di Radio Fiume che è una sua componente.
L'increscioso episodio è stato esposto da Christiana Babic, responsabile del Settore informazione ed editoria, rilevando che probabilmente il concetto di autoctonia rimane poco chiaro fra la popolazione di maggioranza. Secondo Claudia Millotti certe cose non accadono per caso.
Ha ricordato poi che 7 anni fa lo stesso Robert Ferlin aveva dichiarato in diretta che le trasmissioni italiane di Radio Fiume sono del tutto inutili. Dal canto suo Mario Steffè ha affermato che purtroppo la Cni è sempre nel mirino di qualcuno.
Che seguito avrà l'episodio? Il presidente della Giunta Maurizio Tremul ha annunciato che se ne parlerà lunedi prossimo all'incontro tra il Direttore della Radio croata Davor Mezulic e i giornalisti delle redazioni italiane sia di Radio Fiume che di Radio Pola, al quale assisterà l'on. Furio Radin presidente dell'Unione italiana. «Se la riunione non avrà esito soddisfacente per noi – ha aggiunto Tremul – saremo costretti a muoverci in altre direzioni».
All'incontro si parlerà anche di altri problemi, come la discriminazione salariale delle due redazioni, i cui giornalisti sono meno pagati rispetto ai colleghi croati a parità di prestazioni lavorative.
E inoltre dell'ostinazione di Zagabria a non colmare con l'assunzione di un altro giornalista in pianta stabile, il posto libero venutosi a creare con il pensionamento del caporedattore della Redazione Italiana di Radio Fiume Franco Rocchi.
Quindi si potrebbe parlare benissimo di ridimensionamento dei diritti acquisiti della Cni che invece la Croazia si è impegnata a rispettare. Ritornando all'offesa di Robert Ferlin, finora a reagire sono stati la Comunità degli italiani di Fiume, la Redazione Italiana di Radio Pola e la Lista civica per Fiume. Non si sono fatti sentire invece i Combattenti antifascisti, il Partito socialdemocratico e la Dieta democratica istriana che invece nelle varie cerimonie celebrative di avvenimenti storici, al cospetto di telecamere e microfoni amano parlare della parità di diritti tra italiani e croati come di una delle maggiori conquiste della lotta popolare di Liberazione.
Purtroppo però a volte la messa in pratica dei buoni propositi lascia alquanto a desiderare.
(p.r.)