LETTERE
Con riferimento alla lettera della signora Elena Novelli, relativa al monumento eretto al capo del nazionalismo sloveno Simon Gregorcic, straniero calato dai monti, mi permetto di precisare quanto segue. Un monumento a Simon Gregorcic, poeta sloveno, era già stato eretto nel cortile della scuola slovena di via Montesanto, iniziativa storico-culturale degli studenti sloveni che, in casa propria, ricordano il loro poeta, la cui vita ecclesiale e privata fu tragicamente infelice. Messo al bando dalle autorità religiose per il suo comportamento, anche morale, poco ortodosso, visse ai margini della società in cui viveva. I nazionalisti sloveni non si accontentarono di questa testimonianza, pretesero e ottennero la costruzione di un secondo monumento al Gregorcic, capo del nazionalismo sloveno, nel Pantheon goriziano dei Giardini pubblici, dove sono ricordati e onorati i più illustri cittadini di gorizia italiana. Questo secondo monumento al Gregorcic è una provocazione politica antiitaliana. Ricordare e onorare il nazionalismo sloveno che odiava l’Italia e gli italiani, che nella sua Ode Invettiva all’Isonzo, auspica che il fiume allaghi la pianura e anneghi tutti gli italiani, è una provocazione immorale, perché si esalta uno straniero che voleva sterminare tutti i goriziani. Perché Brancati lo ha fatto? si chiede la signora. L’ex sindaco ha pagato il debito contratto con gli slavo-comunisti, artefici della sua elezione. Per lo stesso motivo ha applicato a Gorizia il bilinguismo integrale, slavizzando così la città. Sarei d’accordo sull’originale proposta della signora di donare il monumento a Vrsno (Caporetto), paese natale del poeta, insieme, a mio modesto avviso, ai collaborazionisti italiani filo-slavi, che lo hanno voluto. Ovviamente ciò non sarà possibile. Possiamo però difendere la nostra vecchia Gorizia, chiedendo al Comune di erigere, in piazza Vittoria, il monumento al popolo goriziano, decorato con la Medaglia d’oro al Valor Militare, per aver lottato dal 1943 al 1947 contro gli slavo-comunisti, che volevano consegnare, alla Jugoslavia comunista di Tito, Gorizia italiana.
Il centrosinistra dell’ex sindaco Vittorio Brancati, in pochi mesi, ha cancellato l’identità italiana friulana (sinonimo) della città. Sono 16 anni che il Comune di Gorizia ha deliberato la costruzione del monumento al popolo goriziano in piazza Vittoria a Gorizia. Nel 1986 e nel 1989 il Comune indicò al comitato di cui facevano parte tutti gli ex sindaci di Gorizia (meno uno), che l’amministrazione aveva deliberato la costruzione del monumento, scelto il bozzetto dell’architetto Livio Riaviz di Gorizia. Nel 2001 il Comune scrisse al comitato ipotizzando la posa della prima pietra nello stesso anno. Finito il mandato di Brancati, la nuova amministrazione dichiarò pubblicamente che il monumento si farà.
Il centrosinistra, in pochi mesi, ha cancellato la millenaria identità friulana italiana della città. Il centrodestra, in sedici anni, nulla ha ancora fatto per erigere il monumento al popolo goriziano, simbolo della italianità di Gorizia e della fedeltà del suo popolo all’Italia.
Livio Tunini, ex presidente dell’Agi