di ROBERTA GIANI
TRIESTE «Trieste non solo è una città bellissima, ma è una città ideale per i vertici internazionali. Ne abbiamo già fatti e ne faremo di nuovi. A breve». Silvio Berlusconi indugia, sotto il palazzo della Camera di commercio, e non se ne vuole andare. Il vertice con Angela Merkel è appena finito, in piazza della Borsa c’è un gruppetto di studenti che fischia e contesta, la scorta di Palazzo Chigi freme. Ma il Cavaliere non ci sente, non da quell’orecchio, mentre sente benissimo gli applausi: «Suvvia, lasciatemi parlare».
Impossibile fermarlo. E allora, mentre il corteo interminabile di auto blu lo attende a motori accesi, il premier si concede l’ultimo bagnetto di folla. E l’ultima promessa: quella di riportare rapidamente Trieste sotto i riflettori mondiali, «come peraltro ho già fatto nel mio precedente mandato da premier», perché Trieste si presta. Alla perfezione.
Franco Frattini, il ministro degli Esteri, raccoglie al volo. Anzi, giocando d’anticipo, previene i desideri del premier e assicura che la città tornerà in vetrina a stretto giro di posta: il «G8 Esteri», sotto la presidenza italiana, si terrà a Trieste. A giugno. Non è una promessa, ma una certezza.
Il titolare della Farnesina, capolista del Popolo della libertà in Friuli Venezia Giulia e «grande supporter» di Renzo Tondo alle elezioni di aprile, ne aveva già parlato. Ma adesso, quando manca ormai poco al 1° gennaio, data in cui l’Italia assumerà la presidenza di turno degli Otto Grandi, blinda la scelta: «Frattini – dichiara, soddisfatto, il presidente del Friuli Venezia Giulia – mi ha confermato che Trieste ospiterà il summit dei ministri degli Esteri del G8». Ed è un summit che si preannuncia importante, non solo perché vi parteciperanno Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Canada e Russia, ma anche perché Berlusconi ribadisce proprio nella sala maggiore della Camera di commercio la priorità della sua presidenza: favorire il «disgelo» tra Stati Uniti e Russia, dopo l’escalation di tensione, propiziando l’incontro tra Barack Obama e Dmitri Medvedev. I nuovi potenti. I nuovi amici dell’Italia.
«G8 Esteri», ma non solo. Il Cavaliere se ne fa garante perché, a Trieste, intende tornarci. Si sente «a casa» e non perde occasione di dirlo o dimostrarlo: non appena arriva in piazza Unità, dopo il «cu-cu» alla Merkel che fa il giro delle agenzie e delle televisioni, inneggia alla «fortuna di voi triestini che vivete in una splendida città». Non appena vede Roberto Dipiazza, l’amico sindaco, gli chiede di portarlo alla libreria antiquaria Umberto Saba. Non appena scorge Bruna Zetto, insegnante triestina in trepidante attesa assieme alle sue amiche, le fa il baciamano e i complimenti per piazza Unità. E poi, ancora, al pranzo in Prefettura e persino alla conferenza stampa congiunta, ripete come un mantra che Trieste è bella, l’organizzazione ottima, l’efficienza asburgica. «Possiamo essere davvero soddisfatti di questa giornata molto speciale. Entrambe le delegazioni si sono complimentate» tira le somme Tondo, quando il premier è ormai in volo per Roma e la cancelliera per Berlino.
E in effetti, alla faccia del rigore teutonico, nemmeno la Merkel lesina i complimenti. Non ha mai visto Trieste, è la sua prima volta, ma almeno in questo si ritrova appieno con Berlusconi: si congratula per la «bellezza tutta mitteleuropea», per la pulizia, l’ordine, il cibo. Eppoi, non bastasse, la cancelliera manifesta la volontà di tornarci, in forma privata, per trascorrere una vacanza e scoprire una terra di cui conosce già «parecchi vini di elevata qualità». L’entusiasmo fa proseliti, la delegazione tedesca ne viene contagiata, se persino il ministro degli Esteri Frank Walter Steinmeier fa uno strappo al protocollo e manda in agitazione il cerimoniale, pur di lodare la città. Un gruppetto di studenti della scuola interpreti di Gorizia, trascinati dalla ventiduenne Nathalie, catturano al volo il possibile successore della Merkel: «Trieste è una città molto bella che non avevo mai visto prima». Nessun problema: la rivedrà, pure lui, e assai presto. Il «G8 Esteri» è ormai alle porte.