ZAGABRIA – L'attuazione dei diritti della comunità nazionale italiana nel campo dell'istruzione, del bilinguismo e dei mass media è stato al centro dell'attenzione all'incontro che una delegazione dell'Unione Italiana, formata dai presidenti dell'Assemblea e della Giunta Furio Radin e Maurizio Tremul e dalla direttrice amministrativa Orietta Marot ha avuto con il Comitato di esperti del Consiglio d'Europa incaricato di monitorare il rispetto in Croazia delle disposizioni della Carta europea sulle lingue regionali e minoritarie. Durante l'incontro durato oltre un'ora la rappresentanza della CNI ha risposto alle domande degli esperti europei che sono apparsi particolarmente interessati in primo luogo alle tematiche riguardanti il mondo della scuola. La delegazione dell'UI ha consegnato agli esponenti del Consiglio d'Europa anche un promemoria sui principi relativi alla posizione della CNI e sui problemi dell'etnia, predisposto da Maurizio Tremul, nonché una scheda di presentazione della comunità nazionale italiana e delle sue istituzioni. Va rilevato, inoltre, che la Giunta esecutiva ha a sua volta preparato una serie di documenti relativi alle questioni riferite all'attuazione della Carta europea sulle lingue regionali e minoritarie.
Per quanto riguarda l'analisi della situazione nel mondo della scuola CNI, alla quale è stata dedicata buona parte della riunione, molta è stata la carne sul fuoco. Sono stati affrontati innanzi tutto i problemi relativi alla maturità di stato e agli esami nazionali. La delegazione dell'UI ha ricordato che, secondo la minoranza, sarebbe giusto che la madrelingua, ovvero l'italiano nelle scuole della CNI, fosse materia d'esame obbligatoria, accanto alla matematica e alla lingua straniera, in sostituzione e non in aggiunta al croato.
Libri di testo: preoccupazione
Particolarmente scottante in questo momento si presenta anche la questione dei libri di testo per le scuole minoritarie, alla luce dei problemi relativi alla possibilità di utilizzo dei manuali importati dall'Italia perché non verificati dal Ministero dell'Istruzione di Zagabria e alla volontà espressa dal Governo croato di donare i libri agli allievi delle scuole elementari e medie superiori. Le difficoltà in quest'ultimo caso si riferiscono alla possibilità di effettuare le traduzioni dei testi entro il primo settembre 2007. L'Unione Italiana ha salutato l'iniziativa tesa a donare i libri agli alunni, ma ha fatto presente il grande problema rappresentato dalla scadenza ravvicinata per le traduzioni.
Formazione dei docenti
Per quanto riguarda i consulenti pedagogici è stata rilevata l'esigenza di aumentare il loro numero. In merito all'esame di Stato per l'abilitazione all'insegnamento per i docenti delle scuole CNI, la delegazione dell'UI ha denunciato l'insostenibilità di una situazione che vede gli insegnanti costretti a fare la lezione modello in lingua croata nelle scuole croate. Tale lezione andrebbe tenuta nelle istituzioni scolastiche dell'etnia, in italiano, ad eccezione della lingua croata e di quella straniera.
Nel campo della formazione dei docenti è stato ricordato che si svolge il lingua italiana con i fondi della Nazione madre, erogati per il tramite dell'UI e che lo Stato croato non finanzia i corsi di aggiornamento professionale per gli insegnanti dell'etnia in lingua italiana.
I dirigenti dell'UI hanno posto all'incontro anche la questione del numero minimo di allievi necessario per aprire una classe. L'Unione Italiana ha sollevato pure il problema dell'apertura dell'asilo di lingua italiana a Zara. Da parte della massima organizzazione rappresentativa dell'etnia sono state assicurate le risorse per l'apertura dell'istituzione prescolare, è stata sottoscritta la lettera d'intenti con la municipalità zaratina, ma poi tutto si è arenato. Da un anno ormai la minoranza attende vanamente una risposta sui prossimi passi da compiere per arrivare all'avvio della scuola materna. A Zara spiegano che la bozza dell'atto di fondazione è stata inviata al Ministero dell'istruzione di Zagabria, poi il documento è stato preso in esame dell'ufficio statale per l'amministrazione. E infine il silenzio assoluto.
Sempre in tema di argomenti scolastici, la rappresentanza dell'etnia ha posto la questione dell'insegnamento della lingua croata nelle scuole della CNI: la convinzione è che il numero di ore di croato dovrebbe essere inferiore a quello delle ore di italiano e che la lingua della maggioranza dovrebbe essere insegnata al rango di L2 e non di lingua madre.
Tribunali: carente l'uso dell'italiano
Il rispetto del bilinguismo sul territorio d'insediamento storico della CNI è stato l'altro argomento di fondo trattato con il Comitato di esperti del Consiglio d'Europa. I vertici dell'UI hanno ribadito che nella Regione istriana i Tribunali dovrebbero garantire l'uso ufficiale della lingua italiana nelle zone bilingui. Secondo le informazioni in possesso dell'Unione Italiana l'applicazione delle disposizioni di legge, in questo ambito, è carente e sarebbero necessarie migliorie. La dirigenza CNI ha anche rilevato che nel contesto della riforma della giustizia in Croazia non dovrebbero essere intaccati i diritti acquisiti dell'etnia relativi al bilinguismo, ovvero all'utilizzo dell'italiano nei procedimenti giudiziari. È stata riaffermata la netta contrarietà della CNI alla chiusura, ovvero all'accorpamento del Tribunale comunale di Rovigno a quello di Parenzo.
Contea litoraneo-montana: nessun progresso
Per quanto concerne il bilinguismo nel campo dell'amministrazione, moderata soddisfazione è stata espressa dall'Unione Italiana per la situazione a livello della Regione istriana e di singole municipalità. Ciò non toglie che si potrebbe e dovrebbe fare di più in quanto il quadro sul territorio, comunque si presenta variegato: si va da una situazione lusinghiera a Rovigno e in buona parte dell'ex zona B, ad altre situazioni dove sarebbero necessari determinati progressi. Carente, inoltre, il bilinguismo a livello di municipalizzate e di aziende che erogano servizi pubblici (luce, telefoni, poste…). Praticamente inesistente, invece, nel campo delle società commerciali e nella vita socio-economica. Pure qui si sente l'esigenza di migliorie.
I vertici della minoranza hanno, inoltre, denunciato il fatto che rispetto al rapporto del Comitato di esperti del Consiglio d'Europa di due anni fa, nessun progresso sia stato compiuto a Fiume e nella Contea litoraneo-montana in genere: di bilinguismo non c'è nemmeno l'ombra né nei Tribunali, né nell'amministrazione pubblica. Nell'insieme comunque passi avanti si registrano in Croazia per quanto concerne la posizione della minoranza, anche grazie all'accordo di programma fra il deputato dell'etnia Furio Radin e il premier Ivo Sanader. Sono aumentati i finanziamenti per l'attività degli enti della CNI; è stato approvato l'importante emendamento di Furio Radin alla legge sui territori delle Contee, dei comuni e delle città, riguardante le denominazioni bilingui di tutta una serie di comuni e municipalità nella Regione istriana; sono stati aperti sportelli in lingua italiana nelle Questure di Fiume e Pola.
Ricezione di RTV Capodistria: la Croazia si impegni
Nel campo dei mass media è stata rilevata la necessità di rafforzare l'autonomia, potenziare l'organico e aumentare il minutaggio dei programmi delle redazioni italiane di Radio Pola e Radio Fiume. La delegazione dell'etnia ha ricordato, tra l'altro, che nulla si è mosso per quanto concerne la ricezione nella Regione istriana e Fiume del segnale di Radio e TV Capodistria, nonostante gli esperti europei abbiano invitato due anni fa la Croazia a individuare soluzioni al problema. Considerazioni simili peraltro erano emerse, rilevano gli esponenti UI, anche nel monitoraggio del Consiglio d'Europa riguardante la Slovenia.
Cooperazione transfrontaliera: la CNI ha acquisito finora una buona esperienza nel campo dei programmi Interreg e Phare con Slovenia e Italia. Bene sarebbe che in futuro la Croazia inserisse in maniera organica la CNI nei programmi europei transfrontalieri.
Alla fine dell'incontro tutti soddisfatti. Gli esperti europei hanno ringraziato la delegazione UI per la charezza e la precisione nell'esposizione. Per i vertici CNI il colloquio è stato un'altra importante occasione per evidenziare i progressi che dovrebbero essere ancora registrati per arrivare a un livello di tutela soddisfacente della minoranza.
Dario Saftich