La cultura istriana e fiumana del Novecento, “Resine”, nn. 99-100, gennaio-giugno 2004, pp. 248, s.i.p.
È uscito, alle soglie dell’estate, il n. 99-100 della rivista di letteratura “Resine- Quaderni Liguri di Cultura”, interamente dedicato alla cultura istriana e fiumana del Novecento. Nel suo Editoriale Stefano Verdino, docente nell’Università di Verona, scrive fra l’altro: «Perché dedicare un doppio fascicolo di “Resine” alla letteratura della Venezia Giulia e a quella istro-quarnerina del Novecento in particolare? […] tutti in redazione si è convenuto dell'opportunità, quasi doverosa, di ripercorrere le tappe principali di una stagione importante della cultura italiana e per vari motivi finora poco messa in luce, nella sua arcatura novecentesca, […] nei territori dell'alto Adriatico orientale. […] Dal tempo dell'irredentismo a oggi si possono annoverare varie generazioni di scrittori italiani in un territorio che fu sempre molto composito e pluriculturale: quella di fine Ottocento di Stuparich, Marin e Lina Galli […], poi nel primo Novecento i tre fiumani Morovich, Ramous, Santarcangeli e l'istriano Quarantotti Gambini,. successivamente, la generazione dei fiumani Vegliani, Katunarich e Brazzoduro e degli istriani Cecovini, Maier e Zanini; infine gli ultimi nativi, da Tomizza a Marisa Madieri, da Nelida Milani ad Anna Maria Mori, da Valentino Zeichen a Giancarlo Sirotich. Quasi tutti profughi dopo la guerra, […] una serie consistente di scrittori, tra loro connessi principalmente per il controverso e drammatico rapporto con i luoghi d'origine, che le vicende dell'Esodo italiano hanno provocato. Ma lo spicco di questi autori, per lo più, trascende la misura della testimonianza e della nostalgia e vale come riflessione creativa su tanti problemi scaturiti tra l'iniquità della storia, particolarmente pervicace nel Novecento dell'Adriatico orientale, e le ferite e gli sconquassi di tante umane esistenze e civili consorzi. […]
Il rammarico per la quasi estinzione della millenaria civiltà italiana nell'Istria e nel Quarnero (come in. Dalmazia) non può avere risarcimento, se non le tardive scuse dell'Italia intera per l'infame rimozione della tragedia di quelle popolazioni e, nel piccolo recinto della letteratura, per l'imperdonabile oblio verso tanti meritevoli scrittori giuliani (il caso Morovich ne è emblema). Pertanto, con questo fascicolo monografico “Resine” cerca di offrire udienza a voci importanti, tutte connesse ad un preciso territorio e troppo trascurate, della letteratura nazionale italiana».
Il fascicolo contiene i contributi di: Michele Lacalamita, Cultura marittima tra Genova e l’Istria; Cristina Benussi, Stuparich e l’Istria; Edda Serra, I due Marin; Giorgio Cavallini, Lina Galli, l’Istria e la ricerca della felicità del canto; Raffaele Manica, L'Istria di Quarantotto Gambini; Patrizia C. Hansen, “Termini”, le ‘aperture’ di una rivista ortodossa; Bruno Rombi, I confini di Enrico Morovich; Alessandro Damiani, La poesia di Osvaldo Ramous; Umberto Silva, Paolo Santarcangeli: la presenza di un intellettuale mitteleuropeo; Sandra Arosio, Franco Vegliani: la ricerca di un’identità; Luigi Fenga, L'assente: il romanzo di Maier; Stefano Verdino, Due diversi destini: Ligio Zanini e Gino Brazzoduro; Giuliana Rovetta, Pagine di scrittrici istriane; Riccardo Ferrante, Tragedia e mito. L'Istria di Fulvio Tomizza; Luigi Surdich, Cherso, l’isola che c’è; Mario Simonovich, La cultura italiana a Fiume nel secondo Novecento. Tra le Testimonianze, Vico Faggi, Ricordi fiumani; Livio Garzanti, 1933. Una vacanza a Lussinpiccolo. Molti i brani inediti degli autori qui citati.
p.c.h.