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Cherso: gli italiani rivogliono il leone veneto (Il Piccolo 24 gen)

CHERSO L’improvvisa scomparsa di Nivio Toich è stata una botta tremenda per la Comunità degli Italiani di Cherso, da lui voluta, fondata e presieduta, ma il sodalizio ha deciso di andare avanti, senza pause o tentennamenti. E’ quanto si deduce dalla seduta dell’Assemblea comunitaria, svoltasi giovedì sera e alla quale ha voluto presenziare il presidente della giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, giunto a Cherso per dare una mano all’istituzione minoritaria (207 iscritti) e per tirarla fuori dalla grave impasse dovuta al vuoto lasciato da un personaggio indimenticabile e benvoluto. La riunione è cominciata con un minuto di raccoglimento, presente una foto di Nivio Toich, sotto la quale vi era una dedica semplice ma commovente «Grazie di tutto».

I componenti del parlamentino comunitario hanno deciso di affidare temporaneamente la guida della Comunità al suo vicepresidente Gianfranco Surdich, che la dovrà traghettare fino alle elezioni suppletive, da tenersi entro un massimo di due mesi. Dalla consultazione nascerà la nuova assemblea comunitaria, che a sua volta eleggerà il presidente. Nel corso della sessione, è stata rilevata la disponibilità del figlio di Nivio Toich, Ugo (che vive e lavora a Zagabria) a dare un contributo alle attività future della Comunità.

A Isabella Muzich, i cui corsi di italiano nel sodalizio stanno avendo un grosso successo (vi partecipano una novantina di bambini), sono stati affidati gli incarichi di segretaria. La Muzich si occuperà dunque degli aspetti organizzativi e amministrativi, che finora gravavano sul presidente Toich. Nel prosieguo della sessione, si è parlato del progetto di restauro della sede comunitaria, della qual cosa i connazionali chersini hanno mosso appunti all’Unione Italiana per i ritardi nella realizzazione del piano. Tremul ha giustificato i ritardi, causati da motivi tecnici, rendendo noto che è stato chiesto il nullaosta per procedere al ministero degli Affari esteri italiano.

«Speriamo che il nullaosta arrivi quanto prima – ha dichiarato Tremul – credo che ci vorranno circa dieci mesi per risolvere le procedure tecniche, dopo di che passeremo alla ristrutturazione degli ambienti».

Si è parlato infine della statua del leone marciano, presente nell’ atrio della Comunità degli Italiani, e che i connazionali isolani vorrebbero collocata sulla facciata della Torre civica, che dà sulla piazza intitolata ad un Grandissimo di Cherso, il filosofo Francesco Patrizi. Un’ idea che era molto cara a Toich, quella di vedere nuovamente il simbolo della Serenissima sulla Torre dell’ Orologio, tolto a forza nel 1943, dopo la capitolazione dell’ Italia e gettato in mare.

Andrea Marsanich

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