LETTERE
Mesic, in un impeto di orgoglio nazionale croato (a uso interno) ha vantato per i croati il merito della liberazione della città di Trieste.
Dimenticando che il cosiddetto «Stato indipendente della Croazia» e il suo esercito in rotta fuggivano coi tedeschi in Austria… Dovrebbe allora anche ricordare che gli italiani della divisione Garibaldi Italia, alleatisi dopo l’8 settembre ai partigiani di Tito, stavano liberando Zagabria dopo aver liberato coi russi Belgrado e si accingevano a liberare anche Lubiana.
Due parole sulla liberazione di Trieste le posso dire anch’io per essere stato testimone dei fatti, sia pure a nove anni; ma soprattutto per aver avuto parenti coinvolti nei fatti.
Certo, c’erano anche i croati nella IV Armata dell’Esercito di liberazione che, proveniente dall’Istria, si scontravano coi tedeschi; ma il grosso di quelle truppe erano macedoni. Qualcuno ancora li ricorda per le babbucce turche che li rendevano silenziosi nelle loro marce. I tedeschi non li aspettavano inerti e ne ammazzarono tanti…
Nessuno ricorda più quei morti, decine di migliaia, caduti così lontano dalle loro case. Nel frattempo la Macedonia veniva liberata dai… bulgari!
Ma la IV Armata giunse nei sobborghi di Trieste molte ore dopo l’arrivo del IX Corpo sloveno, quando questo già era disceso dal Carso.
La politica militare dei comunisti era di mescolare le nazionalità; il nazionalismo becero è venuto molto, molto dopo. Dopo che la generazione della Liberazione era ormai defunta per motivi anagrafici, ma anche perché il partito comunista della Jugoslavia, sino allora internazionalista, era passato attraverso le forche caudine della scomunica del Cominform. Nella quale quasi tutti i generali partigiani della Liberazione vennero liquidati, compreso il liberatore di Trieste…
Mesic non ne parla punto. Come non ricorda l’ex segretario del partito comunista della Croazia, Andrija Hebrang, «suicidato» in un carcere comunista dopo una vita passata fra carcere e guerra partigiana. La storia o la si dice tutta o è meglio tacere.
Fabio Mosca