di MATTEO UNTERWEGER
TRIESTE Lubiana fa chiarezza. E invia a Roma un messaggio distentivo dal contenuto forte e preciso, che può essere riassunto così: l’Italia non ha alcun deficit etico sulle responsabilità storiche del fascismo. Una precisazione ufficiale ricevuta dal Quirinale attraverso i canali diplomatici. Le autorità slovene hanno ritenuto necessario, quasi un mese dopo, ritornare sulle parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Danilo Türk, e riportate dal quotidiano locale «Delo» lo scorso 8 gennaio.
Il numero uno della Slovenia aveva affermato di ritenere «non utile in questo momento» quel vertice tripartito di riconciliazione con Italia e Croazia. Un gesto auspicato invece dal Capo dello Stato croato Stjepan Mesic, per mettere davvero una pietra sopra a quei tragici capitoli legati alla seconda guerra mondiale e al periodo post-bellico. Un evento giudicato «possibile» dal ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. Ma non solo, Türk aveva accusato la politica italiana di «deficit etico» sulla memoria del fascismo e sulle colpe del passato, sottolineando come al riguardo non fosse maturata la «necessaria catarsi». Una «precondizione indispensabile», questa, per poter poi – secondo lui – affrontare con la giusta prospettiva le violenze subite dagli italiani di Istria, Fiume e Trieste per mano del regime comunista di Tito. Parole pesanti come macigni. Neanche un mese dopo, ecco la precisazione che dirada quella tensione diplomatica venutasi a creare fra i due paesi. In una nota diffusa ieri, direttamente dalla Presidenza della Repubblica italiana, si spiega che le autorità slovene «hanno precisato che le valutazioni riportate in quell’articolo (uscito appunto sul principale quotidiano del paese, ndr), in merito a possibili nuovi gesti di riconciliazione, avevano esclusivamente una valenza generale di carattere storico». Ecco perché «in nessun modo, i commenti attribuiti al presidente Türk possono essere intesi come rivolti al Presidente della Repubblica o all’amica nazione italiana». Per i quali, la Slovenia ha ribadito di nutrire profonda stima e ammirazione. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha colto l’occasione per richiamare «il valore storico e attuale della Costituzione repubblicana – si legge nella nota -, scaturita dalla chiara consapevolezza della responsabilità storica del fascismo come risulta, in modo incontestabile, dal dettato dell’articolo 11 e dall’insieme dei principi democratici sanciti nella Carta».
Nell’intervista rilasciata al «Delo», Türk aveva aggiunto come «fra Roma e Lubiana esista già un elevato livello di riconciliazione», implicita perché da ricondurre, per il presidente sloveno, alla presenza di entrambi i paesi all’interno dell’Europa unita. E, a proposito di Ue e integrazione, il Quirinale ha evidenziato una volta di più ieri «il comune impegno» di Italia e Slovenia «a contribuire alla costruzione dell’unità politica del continente anche per il superamento delle divisioni che hanno segnato momenti tristi nella storia di popoli legati oggi da sentimenti di sincera amicizia e fratellanza».