POLA Non ha portato nulla di spettacolare o di clamoroso la liberalizzazione del mercato immobiliare in Croazia prevista dall'Accordo di stabilizzazione e associazione. Il documento impegna il Paese ad aprire le porte sul mercato degli immobili ai cittadini di tutta l'Unione europea, parificati in questo caso ai croati.
Le agenzie del settore affermano che gli interessati non hanno sicuramente atteso il 1.mo febbraio per acquistare un terreno o una casa in Croazia. Lo hanno fatto molto prima affrontando e superando le varie barriere amministrative. Oppure avvalendosi del principio di reciprocità, vigente con la maggioranza dei paesi comunitari. Adesso il mercato immobiliare sta risentendo della crisi economica e finanziaria globale che invita tutti alla massima prudenza e cautela. L’indebolimento della sterlina ha bruscamente raffreddato anche gli entusiasmi degli acquirenti britannici, nell'annosa ricerca di residenze per il weekend, considerato che arrivare in Istria era un gioco da ragazzi grazie ai voli low cost.
Le cose potrebbero anche radicalmente cambiare, dicono gli esperti del settore, quando verrà resa nota la data dell'entrata della Croazia nell'Unione europea, a condizione che si esca dalla crisi. Ma vediamo ora alcuni dati su com'era il mercato prima della liberalizzazione. Dal 1997 al 2006, come reso noto dalla Camera di commercio nazionale, 3.553 cittadini stranieri hanno ottenuto il nullaosta da Zagabria per l'acquisto di immobili. A questa cifra piuttosto contenuta, va aggiunta quella senz'altro più imponente di 70 mila tra case e terreni acquistati tramite società commerciali aperte in Croazia da cittadini stranieri proprio per questo scopo. E c'è anche una terza categoria, non quantificata, che si riferisce all'acquisto effettivo di immobili con prestanome croati. Gli acquirenti tedeschi, austriaci, britannici e russi erano attratti per lo più dalla Dalmazia e dalle sue isole. Italiani e sloveni invece sono rimasti per cosi dire fedeli all'Istria e alle isole del Quarnero.
Indipendentemente dalla sua liberalizzazione il mercato immobiliare sta attraversando una fase di ristagno chiaramente collegabile alla crisi e gli operatori del settore sono in attesa di un qualche fatto nuovo che smuova l’impasse. Ma il rallentamento della domanda sta già facendo sentire i suoi effetti: in numerosi casi i prezzi degli appartamenti di nuova costruzione stanno scendendo in quanto numerosi investitori, messi alle corde dalle banche, e sono costretti a vendere sottoprezzo almeno una parte degli appartamenti per estinguere i crediti.
Rovigno comunque già da anni rimane la città istriana più cara. Le vecchie case restaurate nel centro storico sono in vendita a 6.000 euro il metro quadrato e l'interesse non manca. Le hanno acquistate o sono in trattativa per lo più cittadini inglesi, irlandesi, italiani, russi e scandinavi. Le vecchie case istriane in pietra si vendono a 800/1000 euro il metro quadrato, il prezzo di quelle nuove (che ricalcano comunque il miglior stile rustico),si aggira sui 2000 euro m/q. (p.r.)